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23 Aprile 2012 ,

Above The Tree FROM THE MEMORY OF MY HARD DISK – (Tape)

2012 - MiaCameretta Records

Above The Tree FROM THE MEMORY OF MY HARD DISKConsiderate per un attimo quanti autori  hanno cantato o messo per iscritto l’amore, il dolore, la gioia e l’emozione per qualcuno o per se stesso. Parole o musiche scritte magari di sfuggita, pensate per qualche progetto non andato più in porto, oppure anche solo non collocabili  in contesti meditati e poi rinchiuse nel cassetto, quel famoso cassetto che cela ricordi, esperienze che fanno parte del passato e che giustamente riposano, in attesa che un momento di nostalgia possa offrire la chiave per riaprirlo. Quel momento per Marco Bernacchia al secolo Above The Tree sembra arrivato e, coadiuvato dai ragazzi di MiaCameretta (che producono e mettono a disposizione l’attrezzatura dell’ottimo Vintage Distorted Shitty Sound), s’improvvisa archeologo, con l’intento di ritrovare nel suo hard disk, ‘episodi del suo percorso dimenticati o volutamente sepolti’. Un'operazione antropologica interessante, di sicuro impatto emozionale per l’autore, che coraggiosamente si trova a fare i conti con il proprio passato, a provar a riconoscersi o meno in ciò che si era o si pensava di essere e a doverlo rapportare con quello che si è poi divenuti.

 

Così di indubbio fascino sarà per l’ascoltatore, curiosare, rovistare  nel privato dell’artista marchigiano ‘con la maschera da gallo’,  scoprire ad esempio come, all’epoca, concepiva la musica da discoteca (Disco Shit Inferno) o la colonna sonora di un videogame (Final One). In sostanza, “From The Memory Of My Hard Disk”, ci restituisce un Above The Tree minimalista, se volete lontano dai lidi selvatici e tribali che di lì a poco andrà a cavalcare (si veda il meraviglioso "Wild" da poco uscito in collaborazione con The E-Side), ma intento a creare un universo sonoro tutto suo, fatto di sbilenchi e trascendentali blues electroacustici (Boxer) , scherzi dadaisti (Pappagallo Rosso), brevi viaggi folk-ambientali (I Love You, Dogy), sghembi paesaggi psichedelici colorati da luci ad intermittenza (Rappy, To The Loft) e scheletriche e spettrali evocazioni ‘beefheartiani’ fin dai titoli (Imbutu), tutti impreziositi da parsimoniosi tocchi di elettronica che arricchiscono, con diverse sfumature, l’immaginario ponte che collega folk e avanguardia messo su dal nostro.

 

Gli undici pezzi che compongono la cassetta (che sarà rilasciata in concomitanza con il Record Store Day come omaggio all’evento, in tiratura limitata a cinquanta copie e grazioso artwork disegnato a mano), compresa la versione lo-fi de Le Signorine Che Nuotano, già presente nel suo secondo album “Minimal Love” e una simpatica, quanto riuscita, cover della bucolica Azzurro di Celentano, sono la testimonianza che a volte occorre riscoprire i ricordi per capire davvero la propria essenza e che basta scavare un poco per trovare tanti tesori, che sono lì da sempre, nei cassetti ‘impolverati’ della memoria.

Antonio De Luca

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