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2 Novembre 2014 ,

Vibravoid 25 Ottobre 2014, Firenze, Tender Club


vibravoidlivemanifestoBenché rimangano un nome essenzialmente di culto, i tedeschi Vibravoid dimostrano di avere un legame speciale con l’Italia, ritornando per una serie di concerti in terra nostrana, dopo il tour dello scorso anno, dal quale è stato tratto anche un - anomalo, trattandosi di una unica jam - album dal vivo registrato a Bologna (“Freak Out Bologna!”). Non è un caso che anche l'ultimo album in studio del gruppo abbia un titolo proprio in italiano: “Delirio Dei Sensi”. Attivi ormai da oltre un decennio, la band rappresenta una delle più credibili vie contemporanee del rock psichedelico. Le coordinate della loro musica rimangono senza dubbio ben ancorate agli anni ‘60 e, ancor prima di ascoltare i loro dischi, basta dare un'occhiata alla strumentazione usata (amplificatori e chitarre 'a goccia' rigorosamente di marca Vox, tanto per gradire), al semplice ma efficace light-show (proiezioni di liquidi colorati, pare di essere dentro una vecchia lava-lamp), nonché all'eloquente vestiario dei tre ragazzoni tedeschi, per fugare ogni eventuale dubbio.

 

IMG_6154La musica dei Vibravoid non può però essere liquidata come semplice riproposizione di stilemi passati risalenti ad una 'età dell'oro' (il biennio '67-'69, senza troppi misteri). Sempre di neo-psichedelia si tratta, è vero, ma è innegabile che i Vibravoid percorrano una loro personale via al genere, che se non proprio originalissima in senso stretto, propone influenze krautrock e - IMG_6157soprattutto - space-rock. Ascoltando le loro dilatate jam è infatti impossibile non pensare ai primi Hawkwind. La recente data fiorentina ha permesso quindi ai non numerosissimi presenti (meno di un centinaio) di seguire il 'viaggio' del trio, guidato dal chitarrista-cantante Christian Koch, in una manciata di brani che hanno permesso di apprezzare sia la loro attitudine all'improvvisazione, che può portarli a prolungare un brano anche ben oltre il quarto d'ora, sia la loro facciata più essenziale e garage-rock, figlia senz'altro di appassionati e ripetuti ascolti delle compilation della serie “Nuggets”.

 

Anche la scelta delle cover dimostra gusto e ricerca di territori non scontati e anche distanti tra loro. A fianco di loro piccoli classici come Save My Soul, vicina ai 10 minuti di esecuzione, la band ha offerto dunque una convincente resa di Poupée De Cire PoupéeIMG_6164 De Son, brano che Serge Gainsbourg affidò a France Gall, ma anche Colour Your Mind, dal repertorio dei misconosciuti revivalisti australiani Tyrnaround (entrambe presenti nel succitato ultimo disco). Una manciata di pezzi dicevamo. E qui sta il maggior rammarico della serata. Nel presumibile intento di consentire un maggior IMG_6166afflusso di pubblico, l'ingresso sul palco della band è stato ritardato sino ad oltre le 23:30, per poi interrompere il concerto solo dopo un'ora circa. Il tipo di musica proposto avrebbe forse richiesto tempi più 'espansi', per permettere al gruppo di tessere appieno le proprie trame sonore. Ci auguriamo quindi di poterli riascoltare dal vivo, dalle nostre parti, in concerti dalla durata più consona.

Filippo Tagliaferri
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