Migliora leggibilitàStampa
15 Agosto 2015 ,

Mark Lanegan Band + Duke Garwood 12 Agosto 2015 , Sestri Levante (Ge), Teatro Arena Conchiglia


MarkLanegan_summer_2015_artista_620x985A Sestri Levante, incantevole cittadina sul Mar Ligure, si è tenuto una rassegna rock, il Mojotic Festival, che ha portato una serie di musicisti di altissimo livello in un anfiteatro a pochi metri dalla spiaggia. Sono passati tra gli altri Timber Timbre, Ibeyi, dEUS, St Vincent, e soprattutto Mark Lanegan con la sua Band, della cui performance andiamo a raccontarvi.

 

Duke Garwood

 

La musica inizia puntuale, ma abbiamo un supporter, Duke Garwood. Lanegan e Garwood hanno inciso insieme nel 2013 "Black Pudding", un lavoro pregevole a metà strada tra blues, folk e suoni sperimentali. Nel febbraio del 2015 è uscito invece "Heavy Love", nuovo notevole album solista dell'eclettico strumentista inglese. Bella voce profonda quella di Garwood, che ha eseguito brani d’atmosfera accompagnandosi con twangin’ di chitarra pieni di riverbero, ma le canzoni sono tutte un po’ troppo simili, alla fine risulta troppo monocorde.

 

Mark Lanegan Band

 

mark1Alle dieci in punto sale sul palco Mark Lanegan con la sua band. Si parte subito con un fortissimo swamp blues, batteria tribale pestata sui tom e chitarre distorte al massimo. Il feeling col pubblico è immediato, è grande rock, e gli spalti gremiti si infervorano. Mark Lanegan canta al buio, le luci illuminano solo la band e non lui: sta aggrappato al microfono, porta gli occhiali neri e, quando ringrazia dopo le canzoni, parla con voce ancora più cavernosa di quando canta. Nella prima parte del concerto spazia attraverso la carriera alternando ballate, come Creeping coastline of lights, da “I’ll take care of you”, scelta molto gradita dagli spettatori, blues, rock potenti e selvaggi,  innervati da quel fuoco sacro che già laneganscorreva nei corpi di Nick Cave e Jeffrey Lee Pierce, brani più vicini alla new wave come Gray goes black da “Blues funeral”, quindi passa ai brani del più recente album “Phantom radio”. Questo disco non ci aveva convinto del tutto, con la sua svolta elettronica, persino ballabile. Ma la resa live è ottima, i pezzi sono resi più compatti e potenti, merito anche di una band affiatata. Diverte come il batterista Jean-Philippe De Gheest simuli una drum machine, suonando ritmi squadrati e imitando con le maracas gli effetti della ritmica elettronica a basso costo.

 

Gli accompagnatori di Mark Lanegan non sono fenomeni di tecnica, chi scrive ha ascoltato musicisti molto più estrosi nelle band di Cassandra Raffaele o Marina Rei, per dire. Ma sono comunque ottimi musicisti, precisi, compatti. Il chitarrista non è un virtuoso, ma accompagna con gusto alternando i suoni distorti, gli arpeggi effettati, in stile anni ’80 (“la musica che ascoltavamo quando abbiamo iniziato”, ha dichiarato Mark), brevi assoli. Ben più gradevole da ascoltare di tanti musicisti tutta tecnica e niente personalità. Il Duke-Garwood1-e1405941311512concerto però è breve; poco più di un’ora. Ma la band torna sul palco immediatamente e regala una cover di Atmosphere, dei Joy Division, rispettosa dell’originale e molto ben interpretata, più altri tre brani, con Duke Garwood che si aggiunge ai titolari. In totale un’ora e mezza di musica. Un bel concerto, il pubblico, di tutte le età e i look, ha riempito il Teatro Conchiglia ed è uscito soddisfatto, anche se lo stare al buio di Lanegan ha lasciato perplessi, ma alla fine rimane la musica e ormai Mark si deve inserire tra i classici. Il Mojotic Festival si chiude il 25 con i Tame Impala. 

 

Alfredo Sgarlato

Video

Inizio pagina