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20 Gennaio 2013

Hostsonaten 16 Dicembre 2012, Teatro “G. Verdi” – Sestri Ponente (Genova)


Hostsonaten-The-Rime-of-the-Ancient-MarinerSulle pagine virtuali di Distorsioni avevamo già ospitato, ormai quasi un anno fa, il report di un piccolo showcase acustico, tenutosi nel “tempio del prog ponentino ligure”, il Vandergraaf Pub di Savona, nel quale il polistrumentista e cantante genovese Fabio Zuffanti, “padre” di innumerevoli progetti musicali che spaziano dal prog-rock al post-rock, dal trip-hop al cantautorato intelligente, aveva presentato la sua più recente creazione. Si trattava di “The rime of the ancient mariner”, una vera e propria opera rock pubblicata a nome Hostsonaten e dedicata al capolavoro letterario di Samuel Taylor Coleridge. I fans e gli organizzatori avevano salutato Zuffanti a fine serata riflettendo sul fatto che sarebbe stato bello portare una composizione del genere in teatro. Questa considerazione, però, sembrava per la verità più solo un sogno, che non un augurio. In tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo soltanto un genio o un pazzo potrebbe riuscire a investire tempo, energie, risorse di ogni tipo per convogliare cantanti, musicisti, ballerini, scenografi, registi in un progetto così complesso, sofisticato e di nicchia.

 

Ma Zuffanti è tutt’altro che un pazzo: nella sua lucida programmazione e gestione dei numerosi eventi legati alla sua variegata carriera ha saputo imparare a capire fin dove e come “osare” e così ecco che per la prima volta il 16 dicembre scorso il più recente capitolo della saga Hostsonaten, intitolato appunto “The rime of the ancient mariner”, è approdato in teatro, con una Prima al “Verdi” di Genova-Sestri Ponente destinata a essere pubblicata anche in DVD. Chi pensa davvero che il progressive rock sia un genere di nicchia si sarebbe certamente ricreduto vedendo il teatro genovese gremito di pubblico entusiasta e rapito, nota dopo nota, dal folle ma eccezionale progetto di Fabio Zuffanti. I due tecnici del suono Alessandro Mazzitelli e Rox Villa hanno reso un’ottimo servizio allehostsonaten delicate atmosfere e ai continui cambi di situazione che caratterizzano il CD, valorizzando al massimo la band che eseguiva tutto dal vivo sul palco. Quattro eccellenti cantanti davano vita ai vari movimenti dell’opera mettendo in scena dei veri e propri “quadri animati”, ben supportati da un nutrito e validissimo corpo di ballo.

 

 

Alessandro Corvaglia, già collaboratore di Zuffanti nel progetto La Maschera di Cera, sfodera in questo contesto sinfonico una grinta straordinaria e un timbro in qualche modo debitore di tutti i grandi del prog, da Roger Chapman a Bernardo Lanzetti, da Derek Shulman all’immancabile Peter Gabriel, eppure al tempo stesso sa essere personale e mai derivativo. Marco Dogliotti e Gianmarco Farnè, quest’ultimo “erede” delle parti che in studio sono state incise da Davide Merletto, offrono vivaci duetti invece più pesantemente influenzati dalla scuola prog-metal: ma mentre Dogliotti è limpido, spesso alla ricerca del sovracuto, quasi un giovane Geddy Lee dei tempi di “2112”, il calore avvolgente e cupo di hostsonatenFarnè potrebbe evocare il grande David Byron di “Salisbury” (e in un colpo solo abbiamo reso omaggio ad altre due grandi opere dell’hard-prog sinfonico). Infine Simona Angioloni, anche ballerina oltrechè cantante, ha un timbro che in alcuni tratti potrà ricordare ai massimi intenditori del prog quello di Tracy Hitchings, collaboratrice di tanti importanti progetti d’Oltremanica, dai Landmarq agli Strangers on a train, fino a certi album di Hackett.

 

Doveroso, infine, ricordare anche la band e il corpo di ballo che ha reso possibile tutto ciò: Maurizio Di Tollo: batteria; Luca Scherani: tastiere e direzione musicale; Simone Ritorto: chitarra;  Sylvia Trabucco: violino; Joanne Roan: flauto. Agostino Marafioti: narratore, convitato; Angela Morelli: ballerina; Carlotta Ferrera: ballerina; Carola Biasetti: ballerina; Daniele Mignemi: ballerino; Edoardo Pallanca: ballerino, sposo; Marco Valerio Pesce: ballerino; Matteo Orione: ballerino; Morena Campus: Morte, ballerina; Noemi Piga: sposa, ballerina; Simone Pastorino: ballerino; Priscilla Bellino: Vita-in-morte, ballerina. E mentre siamo ancora inebriati da quel solenne, maestoso, ma anche accattivante corofinale hostsonaten finale che ha saputo coinvolgere coralmente, è proprio il caso di ribadirlo, tutto il pubblico, tutto ciò per Zuffanti è già il passato, e il diabolico genovese si prepara a “fare il botto” ancora una volta con il nuovo album della Maschera di Cera che, a detta dell’autore, sarà caratterizzato da qualcosa che in ambito prog “non è ancora stato fatto”. E se lo dice lui possiamo crederci. Chissà quali ghiotte sorprese ci riserverà questa volta.

Alberto Sgarlato

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