Migliora leggibilitàStampa
24 Marzo 2014

Afterhours 18 marzo 2014, Venaria Reale (To), Teatro della concordia


Aftehours pauraIl nuovo tour degli Afterhours, che celebra la riedizione del capolavoro “Hai paura del buio?” è una sorta di regalo al pubblico, una specie di salto nel passato per i nostalgici a cui manca il decennio d’oro dell’indie italiano e soprattutto per coloro che, all’epoca, erano troppo giovani per goderselo. Il disco in questione, uscito nel 1997 per la nostrana Mescal, è infatti uno dei punti di arrivo più alti che la musica italiana abbia toccato negli ultimi vent’anni, un mix di energia e di foga ancora attuale. Ed è proprio con l’intenzione di sentire, forse per la prima volta dalla sua nascita, l’album suonato per intero dalla band milanese che, a riempire il Teatro della Concordia di Venaria Reale (To), si contavano facce di tutte le età. Sono oramai le nove di sera quando,nell’oscurità della sala, solo dopo che Giorgio Prette, storico batterista del gruppo, porge al microfono la fatidica domanda “Hai paura del buio?”, scaturiscono le prime note della chitarra acustica di 1.9.9.6.. Non appena le luci che illuminano il palco iniziano ad accendersi ci si accorge di come gli Afterhours abbiano preso seriamente questo tour. Chi conosce bene la band si rende subito conto che persino i vestiti di scena sono i medesimi completi anni ‘70 utilizzati nelle date che,  quasi quindici anni fa, accompagnavano l’uscita dell’album. Anche la scelta di esibirsi in un teatro è stata valutata minuziosamente, durante il primo ed il secondo set è facile accorgersi che coloro che si stanno esibendo sul palcoscenico non sono gli Afterhours del 2014, ma gli spettri del gruppo di metà anni novanta magistralmente interpretati dalle loro proiezioni future.

 

afterhoursNette migliorie tecniche e alcune modifiche nella line up e negli arrangiamenti a parte, la band ha preso la DeLorean di Ritorno al Futuro tornando indietro di una un decennio e mezzo. Per far capire quanto questa affermazione sia veritiera, basti pensare che ha persino rispolverato le vecchie maschere da Pluto utilizzate anni addietro durante l’esibizione di Terroswing e i vestiti da “bad girl” usati anni addietro per suonare, come bis, la triade Plastilina, Siete proprio dei pulcini e Germi, brani tratti proprio da “Germi” (1995), primo disco cantato in lingua italiana dalla band. Il culmine d’emozione della serata è la comparsa sul palco a  sorpresa di Samuel Romano dei Subsonica che, cantando Voglio una pelle splendida, si è improvvisato ambasciatore di quella lunga sfilza di artisti nazionali e non che hanno contribuito al completo reloaded  voluto da Agnelli e soci. Se vogliamo però essere schietti ed onesti, la parte più vera e preziosa dell’intero afterhoursshow è stata quella composta dagli ultimi due set, in cui gli Afterhours hanno abbandonato i panni di semplici attori per ritornare dei veri e propri musicisti e suonare tutto d’un fiato Spreca una Vita, Costruire per distruggere, Io so chi sono e la title track Padania, quattro dei brani meglio riusciti dal loro ultimo lavoro, seguiti poi dalla storica b-side Televisione. Tralasciando il concerto in sé e la bravura tecnica dei musicisti presenti sul palco, menzione d’obbligo va fatta per l’organizzazione che è stata eccezionale nel gestire una folla immensa di gente, regalando al pubblico un’esperienza  indimenticabile contraddistinta anche da una qualità audio molto alta.

                                                                                                    

Andrea Ghignone

Video

Inizio pagina