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26 Febbraio 2018

Alessio Cacciatore-Giorgio Di Berardino Britannica. Dalla Scena di Manchester al Britpop

Gennaio 2018 - pagine 328 - prezzo: 19,50 Euro - VoloLibero Edizioni

 

libri britannicaUna specie di sussidiario per leggere e interpretare il decennio 1988-1998 della musica britannica. In estrema sintesi si potrebbe così definire “Britannica. Dalla Scena di Manchester al Britpop”, libro di Alessio Cacciatore e Giorgio Di Berardino che si candida a essere un vero e proprio manuale-guida all’ultimo grande fenomeno musicale europeo. I due autori, con prosa snella e dovizia di particolari e retroscena, spiegano il magmatico e tumultuoso evolversi della scena britpop, inquadrandola nel suo contesto musicale e socio-politico. Sulle ceneri del madchester e del baggy, e raccogliendo l’eredità artistica di band come Joy Division, Fall, Jesus and Mary Chain, Smiths, Inspiral Carpets, Happy Mondays e Stone Roses, i grandi “partigiani” del britpop riuscirono con un colpo di teatro a opporsi allo strapotere dei generi americani, soprattutto del grunge, andando a rivisitare la tradizione musicale britannica dei 60’s. L’opera riesce a riaccendere i riflettori su un fenomeno musicale che spesso si tende a non considerare con la dovuta attenzione, e che invece si può dire esser stato l’ultimo grande colpo di coda della musica made in the UK.

 

Un mito breve ma molto intenso, che portava con sé il seme dell’autodistruzione: da una parte l’uso spropositato di droghe e gli stravizi di molti artisti britpop, dall’altra la quasi farsesca contrapposizione tra le varie band protagoniste della scena hanno fatto sì che si oasis-730x490creassero i presupposti per un turbine culturale velocissimo e di grande impatto. Ecco, quindi, che nel libro vengono accuratamente descritte le rivalità in seno alla terna dei più rappresentativi artisti britpop: Oasis (nella foto), Suede, Blur. Ma non solo: l’incapacità di far breccia nel mercato americano, lo scontro “di classe” tra i borghesi londinesi Blur e i figli della working-class mancuniana Oasis, il non sempre cristallino rapporto con la politica e con il partito neo-laburista di Tony Blair, il ruolo del deus ex machina Alan McGee e della sua Creation Records nell’esplosione della scena indie-brit, l’influenza (a volte quasi il plagio) della prima invasione britannica marcata Beatles, Rolling Stones, Who, Kinks etc.

 

Una gustosa introduzione storica ai giganti del britpop che però dà ampissimo spazio anche a coloro che nell’immaginario comune sono rimasti un gradino indietro. Britannica sa rendere giustizia a figure come quella di Justine Frischmann (fidanzata prima MI0000102128del leader dei Suede Brett Anderson e poi di Damon Albarn dei Blur) e le sue Elastica, band di grande importanza insieme ad altre come Pulp, Verve, Ocean Colour Scene (nella foto), Kula Shaker, Manswear e Bluetones, fino ad arrivare ai Radiohead, che nel mare britpop furono tirati dentro quasi con la forza dalla stampa di settore. Altrettanto fondamentale è l’appendice, in cui i due autori raccolgono con pazienza e cura certosina una lista sterminata di band più o meno sconosciute che però hanno dato un contributo considerevole allo sviluppo della scena indie e britpop. Britannica è un libro straconsigliato a chiunque voglia avvicinarsi al britpop e un compendio fondamentale per chi, al contrario, ha già dimestichezza con Union Jack e affini. 

 

Riccardo Resta

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