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Paolo Spaccamonti Volume Quattro

2019 - Escape From Today / Dunque
[Uscita: 20/09/2019]

Rumors” (Santeria-Escape From Today –  Audioglobe, 2015) nella sua scarna essenzialità e nella delicatissima introspezione ci era piaciuto molto. Con “Volume QuattroPaolo Spaccamonti ritorna in solo, spoglio delle prestigiose collaborazioni che negli ultimi anni gli hanno permesso di regalarci dischi davvero pregevoli e cesellati in linee di equilibrio e raffinatezza rimarchevoli. Un raffronto e un ritrovo con se stesso, un libero fluire meditativo e contemplativo che dirada il silenzio e se ne ammanta. Una levità di passi in un’alba nebbiosa tra luci e ombre che lavano i colori e rendono più incisive le impronte. Anche quelle lasciate da pensieri fugaci e ineffabili che, come la sua musica, non hanno una semantica traducibile se non partendo dall’inesprimibile emozionale. Ed è affascinante fin dai titoli questa deriva e questo galleggiamento-ondeggiamento di significante. Un significante da afferrare in una rilettura intima che risponda solo ai codici del proprio sentire. Ci sono episodi tirati, sferzanti e irrigiditi, Cuocere Verdure e Fare Il Brodo Con Le Ossa, Nessun Codardo Tranne Voi, dove si palpa energia e rivolta nel senso più ‘camusiano’ del termine e momenti distensivi che non sono resa ma abbandono percettivo, Un Gelido Inverno, o, potremmo anche pensare, un riaffiorare esitante di malinconia, di turbamenti con i quali non si tenta un compromesso ma un distacco emotivo, un cambio prospettico, Rimettiamoci Le Maschere. Il lavoro sulla resa del suono di Gup Alcaro assume un ruolo importante anche negli stacchi tra i vari episodi. Un modo per lasciare intravedere con quale predisposizione si riparte o si volta pagina, ci si nasconde o si chiude una porta. Ci sono dei dosaggi sorprendenti che fanno spessore almeno quanto i riverberi della chitarra. La differenza tra corde tirate che si amplificano e vibrano nervose al tocco o i tremoli che danzano morbidi attraversando gli spazi. I fruscii del fingerpicking e le eco cupe delle note elettrificate che disegnano fasce sonore fibrillanti che squarciano le tenebre dell’esitazione. Poi ci sono le magie indefinibili di pezzi come Luce che semplicemente sono dei risvegli. Un maestoso incedere tra pneuma, vuoto apneico e magma incandescente che irradia calore come sangue nelle vene. Per finire con Ablazioni che sembra la colonna sonora dei nostri ricordi sganciati dalle coordinate spazio-tempo. Un ritorno alla purezza dell’infanzia e dell’incontaminato. Agli sguardi pieni di stupore delle prime impressioni fatte di odori, suoni e carezze sulla pelle. Scritte con gli occhi e archiviate nella mente e non rileggibili se non attraverso la scia di una musica-essenza. Musica-genesi. Musica- reminescenza.

Voto: 7/10
Romina Baldoni

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