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3 Ottobre 2014 ,

Thom Yorke TOMORROW’S MODERN BOXES

2014 - Autoproduzione-BitTorrent
[Uscita: 26/09/2014]

Gran Bretagna                                                                           # Consigliato da Distorsioni

coverMentre sembra siano confermate le voci che vogliono i Radiohead in studio per la preparazione del prossimo album, giunge in maniera del tutto inaspettata questo nuovo lavoro firmato da Thom Yorke. Una sorpresa, e non solo perchè nessun comunicato ne ha anticipato l'uscita, ma soprattutto per la scelta di distribuire la release digitale attraverso BitTorrent, piattaforma da molti considerata come uno dei paradisi del download illegale. Alcune note prese dal sito ufficiale spiegano che "se l'esperimento dovesse funzionare, potrebbe diventare un modo efficace per permettere a chi crea contenuti di avere del controllo in più sul commercio in internet". Le pratiche di diffusione indipendente non sono certo una novità, gli stessi Radiohead inizialmente rilasciarono "In Rainbows" unicamente tramite un proprio canale web, ma la peculiare modalità scelta da un personaggio come Thom Yorke amplifica ulteriormente lo scontro in atto contro il potere delle major, arroccate ora dentro realtà come Spotify. Un gesto che sembra marcare anche un profondo solco con le politiche commerciali di Apple/iTunes (si veda il recente accordo con gli U2). E coerentemente con una tendenza ormai consolidata all'interno del mercato indipendente, il cantante inglese ha comunque annunciato per novembre l'uscita dell'album in vinile, mentre non sono state espresse intenzioni rispetto ad una stampa in CD. Mettendo da parte la parentesi non proprio del tutto convincente del progetto Atoms For Peace ("Amok", 2013), "Tomorrow's Modern Boxes" esce dopo ben otto anni dal precedente "The Eraser", periodo durante il quale Thom Yorke ha stretto numerosi rapporti di collaborazione con producers quali Burial, Four Tet, Flying Lotus e MF Doom. 

 

thomNulla di strano quindi nell'avvertire anche delle influenze riconducibili ai nomi appena citati, mentre nella lavorazione di queste otto tracce ritroviamo massiccia la presenza del produttore, musicista e sound engineer Nigel Godrich, da alcuni ritenuto l'erede di George Martin (il produttore dei Beatles) e conosciuto anche come il sesto elemento dei Radiohead. L'elettronica è dunque dominante ma affatto avara di sfumature; oltre a rielaborare intelligentemente diversi suggerimenti provenienti dal fermento post-dubstep (a tratti vengono in mente i Mount Kimbie), Yorke e Godrich sembrano rivendicare un'appartenenza generazionale raccogliendo, in passaggi come in The Mother Lode, il testimone di certa techno e IDM anni 90 che trovava negli Orbital e nei nomi di casa Warp i propri punti di riferimento. Nel singolo A Brain In A Bottle, sopra gli impulsi di un'insistente bass-line dalle reminiscenze house, emergono i tratti più soul della voce di Yorke, voce invece quasi del tutto assente se non trasfigurata e atomizzata nella techno minimale di There Is No Ice (For My Drink) e nella rarefazione di Pink Section. La progressione armonica di Guess Again! ricorda non troppo alla lontana yorkeun paio di classici dei Radiohead (Sail To The Moon e Pyramid Song), puntellata però da un pattern ritmico che ricalca i  Massive Attack di Paradise Circus. Se Interference è probabilmente il momento meno interessante dell'album, l'apice viene invece toccato in più occasioni: oltre al singolo al quale abbiamo già accennato, sono il malinconico downtempo di Truth Ray, dal sound ipercompresso, e la dolce atmosfera lunare di Nose Grows Some a rappresentare i picchi qualitativi di un album che ha bisogno di entrare nella nostra sfera più intima per poter essere pienamente apprezzato.

Voto: 7.5/10
Aldo De Sanctis
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