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24 Maggio 2014

Jamie Saft/Steve Swallow/Bobby Previte THE NEW STANDARDS

2014 - Rarenoiserecords/Lunatik
[Uscita: 16/05/2014]

cv_the_new_standard# Consigliato da Distorsioni

 

Una nuova esperienza musicale per Jamie Saft, strumentista-tastierista, compositore e ingegnere del suono nato a New York nel 1971 e noto soprattutto come collaboratore di John Zorn e Merzbow. Qui si cimenta accanto a due autentici giganti del jazz, Steve Swallow, uno dei massimi esponenti del basso elettrico, collaboratore di Carla e Paul Bley, Gary Burton, Joe Lovano, Jimmy Giuffre; e Bobby Previte, fenomenale batterista, nonché compositore e attore in “Short cuts” di Robert Altman, anche egli noto soprattutto come partner di John Zorn, ma anche di Tom Waits, Wayne Horvitz e molti altri, tra cui i nostri Antonello Salis e Gianluca Petrella. Dai curricula ci si poteva aspettare un lavoro virato verso l’avanguardia come il jazz più elettrico, invece, come da titolo, abbiamo un disco che può soddisfare qualsiasi amante del jazz, anche il più conservatore. I brani, tutti composizioni originali con Saft a fare la parte del leone (sette su dieci) benché nuovi di zecca potrebbero uscire dal songbook di un Horace Silver o di un altro grande del passato. Intento di Saft è di comporre musica “honest and supersoulful” - ha dichiarato in un’intervista - partendo da strutture semplici che favoriscano l’interplay di coloro che per lui sono maestri oltre che amici. 

 

Non ci sono solo i grandi del jazz come Winton Kelly o Junior Mance ad ispirare il trio: Clearing, per esempio, rilassata ballad dove il tastierista è all’organo, omaggia The Band, gruppo tra i favoriti di Saft. Un brano come la traccia di apertura Clarissa invece è quanto di più classicamente jazz si possa ascoltare: inizio con sequenza di accordi molto tns_lowresgeometrici al piano per poi liberare il solo con lunghe frasi della mano destra che pure non perdono mai il senso della melodia, mentre i due ritmi accompagnano precisi, con Previte che disegna figure ritmiche apparentemente semplici, ma in realtà molto fantasiose. Brano splendido che merita davvero di diventare un nuovo standard per i trii pianistici. Bellissima anche Minor soul, in tempo dispari, con a solo di Swallow privo di virtuosismi inutili. Il trio alterna i brani pianistici come Step lively, dall’accattivante ritmo sudamericano che poi evolve in blues, scandito dai tamburi di Previte e dai fraseggi spezzati di Saft - mentre il basso di Swallow segue un giro tipicamente swamp - con quelli all’organo, come Blue shuffle, o l’incalzante All things to all people che ci riportano in pieni anni ’70, Gregg Rolie e Steve Winwood non sono lontani, nemmeno Keith Emerson a ben sentire. I see no leader è il vero manifesto del trio: qui è Previte ad aprire le danze, per poi mettersi al servizio del fraseggio agile di Swaft. Un disco veramente bello, che ascolto dopo ascolto strega ogni volta di più.

 

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

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