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MSMiroslaw The AAAge Of Warm Asylum

2020 - Trasponsonic
[Uscita: 31/10/2020]

Mirko Santoru ci rivela ormai da tempo, attraverso le sue molteplici incarnazioni (Hermetic  BrotherHood of Lux Or, MSMiroslaw e EtnoPsychic Trip Project) svariate visuali sotterranee della Sardegna arcaica, quella dei miti ancestrali legati alla terra e quindi al profano, ma anche al sacro, inteso come venerazione di forme divine perse nei meandri del tempo, probabilmente legate ai culti di una civiltà pre nuragica evolutasi ancor prima di quella egizia e poi, misteriosamente sepolta nella dimenticanza. Le grotte sono forse metafore di cunicoli e anfratti dove cielo e cuore del mondo provano a stabilire un collegamento le cui frequenze sono disturbate dalle traiettorie intrigate e dalla difficoltà della luce di permeare l'oscurità. In questo ultimo lavoro, molto più personalistico e strutturato, è lui mente e braccia, per cui si va con la sigla MSMiroslaw e "The AAAGe Of Warm Asylum", delinea molto bene la concezione filosofica ed esistenziale del suo autore. Registrato guarda caso alla Nasprias Cave di Macomer. Nelle note scritte di accompagnamento si legge un termine esiziale per stabilire l'approdo concettuale di tutta la ricerca di MSMiroslaw: anthropewerrior, ovvero l'antropoguerra dei sapiens per rimanere al centro del controllo del sistema in un momento in cui la natura scatena tutte le sue forze di rivolta. Ed ecco allora che i 'senza asilo' siamo tutti noi alla deriva in un ambiente che non vuole più accoglierci, costretti a staccarci da ideali braccia materne di una natura-casa e dimora che non vuole più nutrirci e ristorarci. Ovviamente per colpa della nostra avidità e superbia. I quattro meravigliosi paesaggi sonori sono quindi delle forme rituali di riconciliazione, un modo per far ritornare l'uomo nelle viscere della madre depredata e ritrovarvi alcova embrionale attraverso un ritorno alle origini, nella nudità di una palingenesi. Quattro ideali stagioni del cuore attraverso le quali passare per riprendersi l'innocenza. The Winter (Maria Sabina And The Tuvinians) è una lunga stringa sonora plasmata con micro variazioni che man mano acquista consistenza materica fino a diventare entità sovrastante e inquisitrice. Le stratificazioni di rimbombi e battiti ci lasciano intravedere dei paesaggi desolati forgiati dall'uomo. Vi è ambivalenza e continuo alternarsi tra due forme altrettanto violente di alterazione degli equilibri armonici, la civiltà rurale e quella industriale che deformano e derubano, inaridendo e impoverendo. Poi queste pulsazioni a tratti stranianti e a tratti primitive e grezze defibrillano in vacuità oscure e senza più consistenza. The Spring (Ketjiak - The Ramayana Monkey), con le corde pizzicate del famoso teschio di cavallo e sussurri di smarrimento che spezzano le folate lugubri del synth, sembra proprio voler lasciare spazio a uno sguardo nostalgico sul tempo perduto. Ci sono giochi di riverberi e riflessi che impattano su barriere e ostacoli capaci di deviarne il flusso, trasmettendo un senso di esasperazione e al contempo di ostinazione. Molto suggestiva la spirale di cut up e flashback di The Summer (Vietnamese Cao-Dao) che è come una rivelazione della nostra parte spirituale e umana che si fatica a mettere a fuoco. The Fall (Human Tribes United) è invece una forma di resa e ritrovata consapevolezza. Un delirante sabba di espiazione e spoliazione, un tribale culto iniziatico passante per un estremo liminare di premorte e trance. MSMiroslaw è lo ierofante che ci riconsegna una visione nuova e sovraestensibile. C'è l'approdo e c'è una nuova contemplazione delle stelle.

Voto: 8/10
Romina Baldoni

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