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11 Settembre 2012

Bob Dylan TEMPEST

2012 - Columbia
[Uscita: 11/09/2012]

Bob_Dylan-Tempest# Consigliato da DISTORSIONI

 

Dopo aver celebrato su Distorsioni il 19 Marzo - data di pubblicazione nel 1962 del primo album omonimo - i 50 anni di carriera di Bob Dylan, e disquisito sui quattro cd di “Chimes Of Freedom – The Songs Of Bob Dylan Honoring 50 Years Of Amnesty International” eccoci dopo mezzo secolo di quasi incessante attività del menestrello mito vivente a parlare del suo 35simo album. “Tempest” è stato registrato nello studio losangelino di Jackson Browne con la band che sta accompagnando Dylan  nel suo neverending tour: i chitarristi Donnie Herron e Charlie Sexton, il bassista  Stu Kimball il batterista Tony Garnier, George G. Receli  ed ancora una volta il multistrumentista dei Los Lobos David Hidalgo.  Come poche volte in passato essi fungono da mera tappezzeria  alle interpretazioni dell’artista dalla voce più roca del mondo, Tom Waits permettendo. 

 

Charlie Sexton e c. fanno  da discretissimo sfondo alle logorroiche esternazioni di Dylan, che non demorde assolutamente mettendo a punto lunghi brani da sette, nove, addirittura quasi quattordici minuti; stiamo parlando della song che dà il titolo all’album e che si prolunga descrivendo il disastro del Titanic, divenuto un vero classico mediatico degli ultimi anni: anche il 71enne  songwriter di Duluth MN evidentemente non è riuscito a sfuggire al suo simbolico fascino catastrofico. Il problema è che in Tempest, Tindylan 2012band Angel (9:05), Narrow Way  (7:28)  se non si sopperisce – un po’ come in passato - seguendone in modo certosino e paziente i testi, l’ascolto nudo e crudo di queste ballate può risultare non poco sfibrante, e  rivelarsi problematico per i più insofferenti arrivare alla fine dell'album. "Tempest"  è un disco essenzialmente di ballate: Dylan ritorna a privilegiare questa forma espressiva, dopo gli epici tour de force blues, delta blues e rockabilly che avevano caratterizzato alcuni dei suoi ultimi lavori,  il penultimo “Together Through Life” (2009)  e la trilogia “Time Out Of Mind” (1997), “Love and Theft”  (2001) e “Modern Times” (2006).

 

Solo  Early Roman Kings - ortodosso rock blues Mannish Boy style con tanto di fisarmonica -  onora  in Tempest il massiccio ritorno alle radici presente nelle opere recenti di Dylan: a prevalere invece nel resto del disco è un soffice soffuso tessuto musicale, sin dal singolo Duquesne Whistle che inaugura il disco in modo easy servendo piacevoli sonorità country-swing. Dylan, perfetto bastian contrario, su tale viatico imbastisce invece performances intense, su tutte Scarlet Town - uno dei vertici del disco – e Roll on John, elegiaco omaggio a Lennon, se non velenose ed  aspre  (Pay In Blood): bob dylan 1961rust never sleeps’ Bob!  Quasi a demarcare  con forza gli estremi di una carriera incredibile il 30 Aprile di quest’anno è uscito per la Firefly “Bob Dylan: Live in New York Gaslight Cafè, 6 Settembre 1961”, sette brani di nudo folk incantevole in perfetta solitudine: tra di essi anche il dolce traditional He Was a Friend Of Mine, che sarebbe stato qualche anno dopo magnificato dai Byrds nell’album “Turn Turn Turn". Ed ancora  il 20 Febbraio è stata la volta di  “Carnegie Chapter Hall 1961” (Bob Dylan Archive), altre 14 imperdibili istantanee naif di un uomo ai rapsodici inizi di un viaggio infinito che negli anni successivi avrebbe cambiato per sempre il corso  della folk music e del rock. Nel 2012, 50 anni dopo, il Bob Dylan di Tempest è ancora un instancabile, arrogante, dolce vecchio pettegolo macinatore di parole, con una spavalda indisponente voce chioccia ed arrocchita: prendere o lasciare!

 

Pasquale Wally Boffoli

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