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7 Gennaio 2020

Mark Lanegan Band Somebody’s Knocking

2019 - PIAS Records
[Uscita: 18/10/2019]

Da qualche anno e qualche disco a questa parte, in particolare da “Blues Funeral” (2012), Mark Lanegan ha intrapreso una rilettura delle proprie radici musicali che, inevitabilmente per chi come Mark (e il sottoscritto recensore) aveva vent'anni negli anni '80, comprendono anche new wave e pop elettronico. Così ha inciso una serie di dischi, più o meno validi, ma che spesso hanno lasciato l'amaro in bocca ai fans della prima ora, specie quando, come in "Phantom Radio" (2014), le tastiere prevalevano sulle chitarre. Nel nuovo disco, col primo brano Disbelief Suspension, sembrerebbe esserci un nuovo cambio di rotta, verso un suono più punk al servizio di una voce sempre più catramosa. Ma poi l'amore per la new wave trionfa ancora, come in Letter Never Sent, dove la chitarra cristallina e tagliente ricorda più Robert Smith che Robert Johnson; o Gazing From The Shore, che parrebbe addirittura un outttake degli Psychedelic Furs, per non dire di Playing Nero, che sembra quasi una cover di Atmosphere dei maestri Joy Division. Il disco, intendiamoci, non è affatto brutto, tutt'altro, del resto non possiamo aspettarci solo capolavori da chi è in pista da più di trent'anni (neanche se si chiama Nick Cave, checché se ne scriva); certo, se siete tra quelli che appena sentono sintetizzatori e drum machine provano voglia di sparare a caso sulla folla questo disco non fa per voi. Se invece pensate che Mark Lanegan con quella voce (una tra le più immediatamente riconoscibili del panorama attuale) possa cantare ciò che vuole, questo disco non vi farà impazzire, ma lo ascolterete volentieri, anche se un paio di brani, troppo romantici, come la conclusiva Two Bells Ringing At Once, si potevano benissimo tagliare. Peccato per la copertina, quella sì davvero brutta.

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

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