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9 Febbraio 2021 ,

Ani DiFranco Revolutionary Love

2021 - Righteous Babe Records
[Uscita: 29/01/2021]

Giunta all’importante età di 50 anni appare superfluo parlare di maturità per Ani DiFranco, artista poliedrica e mai banale, tosta e ostinata nonché una vera icona del femminismo. Quante altre artiste infatti conoscete che a soli 18 anni e con una manciata di dollari in tasca hanno la presunzione ma soprattutto il coraggio di fondare una etichetta personale, la Righteous Babe, che dal lontano 1990 pubblica le uscite della donna di Buffalo? Da quell’omonimo “Ani DiFranco” d’esordio sono passati ben tre decenni e in tutto questo tempo la nostra ha dato alle stampe ben venti album, 21 con quest’ultimo “Revolutionary Love”. Per i tanti che non conoscono la somma arte della DiFranco diremmo allora che i suoi lavori migliori sono quelli del triennio 1994-1996, “Out Of Range”, “Not A Pretty Girl” e “Dilate”, anche se va sottolineato che la sua produzione si è sempre mantenuta su livelli degnissimi, sempre lontana da tentazioni mainstream. Il nuovo album è una creatura particolare, va assimilato dopo ripetuti ascolti, è un disco notturno come la sua copertina, uno dei più raffinati della recente produzione di Ani. Il titolo del disco è una dedica all’amica Valarie Kaur, attivista con il suo Revolutionary Love Project, che in pratica dice di amare se stessi e gli altri ma pure i tuoi nemici, perché per combatterli vanno conosciuti. E’ un lavoro con arrangiamenti molto ricercati, c’è spazio anche per eleganti strumentali che arricchiscono ulteriormente il ricco piatto, stiamo infatti parlando di un album che sfiora l’ora di durata. I brani sono medio lunghi, la title-track in apertura supera i 7 minuti, la tipica vocalità della DiFranco rassicura l’ascoltatore, Chloroform e Simultaneously invece hanno la cadenza perfetta per introdurre l’album, ben lontane ad ogni modo da essere canzoni con melodie facilmente orecchiabili. Il resto è per larghi tratti rilassante, con atmosfere morbide, quasi jazzate, scomodiamo un nome come Norah Jones per comodità e per essere meglio compresi. Questo succede in Contagious, nello slow di Metropolis, nella bossa nova di Do Or Die e nella lunga Shrinking Violet, la traccia vocalmente più ricca, dove Ani DiFranco si scopre soul singer. “Revolutionary Love” è un album dalla varietà stilistica notevole, difficilmente afferrabile, si dura fatica a classificarlo in un filone musicale specifico, il che può essere un pregio anche se non sempre il tutto pare essere perfettamente a fuoco. Lunga vita alla sua interprete, in fondo 50 anni in musica sono pochi, se consideriamo che molti artisti continuano a incidere album quando sono vicini agli 80, auguriamo ad Ani DiFranco di stupirci ancora e continuare a regalarci altre emozioni in musica.

Voto: 7/10
Ricardo Martillos

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