Wovenhand REFRACTORY ODURATE

# Consigliato da Distorsioni

Due anni dopo "The Laughing Stalk" tornano Wovenhand, la band di David Eugene Edwards che puntualmente sforna lavori sempre più interessanti e sfaccettati. Questa band è l'evoluzione naturale della precedente creatura di David, 16 Horsepower, gruppo che ha saputo ben reinterpretare la grande tradizione folk/country statunitense, miscelandola con suoni più acidi provenienti da sonorità che si potrebbero definire post-rock. “Refractory Obdurate” è senz'altro al livello dei lavori precedenti, ma se possibile ponendo ancora più l'accento su toni intensi e nel medesimo tempo compassati tipici dei primi lp dei 16 Horsepower. Il disco rappresenta esplicitamente un itinerario, un percorso che dal Colorado rurale ci accompagna fino alla metropoli più contemporanea attraverso una fitta trama di influenze e ispirazioni.

In alcuni brani sono presenti veri e propri tributi a band post punk come Echo & the Bunnymen (Good Sheperd ricorda molto da vicino The Puppet degli Echo ), mentre l'atmosfera e l'attitudine che si respira in tutto l'arco del disco è sospesa su toni a tratti epici, a tratti intimisti. La chitarra è costantemente la protagonista indiscussa del sound della band, con un dualismo acustico/elettrico (Field of Hedon/Obdurate Obscura) che sicuramente arricchisce il range espressivo della tavolozza sonora dei Wovenhand. Refractory Obdurate è una magistrale congiuntura di stili, un abito tessuto con stoffe diverse che si abbinano in modo perfetto, e la voce di David Edwards, molto simile all'ultimo Nick Cave, sembra provenire direttamente dalle più profonde cavità della terra, per arrivare fino a noi, esprimendo con toni melodrammatici un'intensa meditazione interiore. Se esistesse un Dio misericordioso non è possibile trovarlo in questo disco, quello che però non manca è profondità, genuinità ed ispirazione, tutte cose di cui questo mondo ha veramente bisogno, forse più di un Dio.