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10 Novembre 2017 ,

Jozef Van Wissem NOBODY LIVING CAN EVER MAKE ME TURN BACK

2017 - Consouling Sounds
[Uscita: 10/11/2017]

Olanda   #consigliatodadistorsioni     

 

nobody-living-can-make-me-turn-back-2Artista singolare Jozef Van Wissem, liutista e compositore olandese, autore di piccole perle discografiche da solista (“Narcissus Drowning”, 2001; “Simulacrum”, 2003; “Stations Of The Cross”, 2007; “When Shall This Bright Begin”, 2016, solo per citarne alcune). Collaborazioni prestigiose ne costellano la carriera: Gary Lucas e Zola Jesus in specie. Vincitore al Festival di Cannes del premio come migliore colonna sonora per il film di Jim Jarmusch “Only Lovers Letf Alive” (“Solo Gli Amanti Sopravvivono”) con Tilda Swinton e Tom Hiddleston, nel 2013. Per la meritoria etichetta Consouling Sounds esce il suo ultimo album, “Nobody Living Can Ever Make Me Turn Back, una meditazione musicale in otto frammenti sul tema della morte. Ispirato dal dipinto dell’artista belga Cindy Wright che campeggia sinistro sulla copertina, il Nostro intesse una trama ferale di rimandi alla musica rinascimentale, con il liuto a dettarne i movimenti, con lo sguardo costantemente rivolto alla tematica della dipartita e alla vanità delle azioni umane al cospetto della realtà ineludibile del trapasso.

 

Van Wissem foto 1Partendo da Virium Ilarium Van Wissem imbastisce un reticolo di delicate nervature sonore cui si affianca, in minimale disposizione, qualche intarsio di matrice elettronica. Il liuto inaugura la intrigante struttura armonica di Your Days Gone Like A Shadow, prima che voce e strumentazioni elettroniche ne innervino le pieghe. Sognante e come dispiegantesi su prati di asfodeli è la quieta nenia di Empty Cup Of Suffering, con il liuto a lacrimare note sopra serici abissi. The Conversation, con il suo incedere di greve melodia sorretta dalla voce declinata in melanconico flusso, Van Wissem e Jim Jarmusche la conclusiva lunga Our Bones Lie Scattered Before The Pit, una sorta di iter ad sepulchrum con accompagnamento di liuto, modulato in nero e bruciante alla quieta fiamma del finire, pongono il suggello a un’opera intensa e poetica, per amanti di visioni di diroccati cimiteri di campagna, immersi negli ocra e i viola di dissanguati crepuscoli. 

 

Voto: 7/10
Rocco Sapuppo

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