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7 Dicembre 2020 ,

SaffronKeira & Paolo Fresu In Origine: The Field Of Repentance

2020 - Denovali Records
[Uscita: 30/10/2020]

Nel monumentale “A New Life” (2012), Eugenio Caria indagava i meccanismi inconsci che legano la mente al mondo esterno. Il rapporto tra mente e mondo è sempre stato un oggetto di indagine da parte del musicista sardo. In “Tourette” (2013) descriveva il disordine psichico come forza generatrice del reale. In “Cause And Effect” (2013, insieme a Mario Massa) analizzava i modi con cui le passioni si muovono all’interno di un mondo deterministico. In “Automatism” (2019) indagava le geometrie dei comportamenti inconsci e dell’atto creativo. La sua elettronica è sempre stata un territorio di incontro e di scontro. Paolo Fresu è un trombettista di respiro internazionale che ha collaborato con i maggiori interpreti del jazz contemporaneo, vantando una discografia sterminata ed una attività concertistica che gli ha consentito di toccare ogni angolo del pianeta. Ad accomunare Caria a Fresu non vi è solo l’identità della propria terra (Berchidda dista poche decine di km da Castelsardo) né una comune attitudine al nomadismo. Quel che accomuna i due musicisti è la propensione all’incontro, a quell’incontro che diviene esplorazione di nuovi territori e di una visione molteplice del mondo. “In Origine: The Field of Repentance” è proprio questo. Lo è in Due Poli in cui l’elettronica di Caria e la tromba di Fresu sembrano attratte da due spirali connesse e divergenti. Lo è nella splendida Ghosts in cui ai ritmi metropolitani e murkofiani si oppongono i suoni della terra e del mare. “In Origine: The Field of Repentance” è un concept che riprende un passaggio di "Così Parlò Zarathustra" di Nietzsche, in cui il destino del mondo si mostra ciclicamente in decadenza. I brani Capernaum e Harmony In Chaos descrivono bene questo sentimento: in un universo in cui il moto circolare ripropone inevitabilmente il ciclo della vita e della morte, l’uomo non può abbandonarsi alla disperazione, ma deve accettare il caos come costitutivo dell’esistenza con le sue sofferenze e i suoi dolori. In un universo governato dal buio, la tromba di Fresu apre squarci di luce sul mondo. I suoni rimandano al mondo naturale, al mare, al Mediterraneo, ai suoi colori, alla sua forza arcaica che emerge sempre potente ed evocativa. Un album davvero pieno di suggestioni.

Voto: 7.5/10
Felice Marotta

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