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27 Ottobre 2020 ,

Fuzz III

2020 - In The Red Records
[Uscita: 23/10/2020]

Parlando dell'atteso ritorno dei Fuzz dopo 5 anni da “II”, è impossibile non menzionare la pacchiana copertina di “III”, con i tre membri in versione vampiresca da saga Twilight. Note di colore a parte, non sono solo le bellissime illustrazioni di Tatiana Kartomten a mancare rispetto al passato, ma ci si accorge ben presto che lo stoner-rock dall'attitudine diy dei primi due dischi è oscurato dalla scrittura di Ty Segall (qui batteria e voce) che riduce Moothart (chitarra) e Chad Ubovich (basso) al ruolo di onesti gregari. L'iniziale doppietta Returning, Nothing People si affanna in fill di batteria, riff di chitarra e fuzz a manetta senza colpire veramente nel segno; Split sembra un outtake da “Era Vulgaris” dei QOTSA, indirizzata verso un hard-rock più contenuto e facilone. Il blues sabbathiano di Time Collapse fa alzare la testa se non altro per l'immancabile assolo in coda, anche se dopo torna l'anonimato hard-garage di Mirror e il blues-punk di Close Your Eyes (e qui è Jack White che torna alla mente) che rallenta nella solita spirale di chitarrone pompate e la stessa sorte sembra toccare a Blind The Vines, che però si muove sui territori di una ballata 60's elettrificata. Anche nella hendrixiana End Returning si riconoscono le radici di Segall, ben salde nella tradizione degli anni '60 che poi però viene ributtata nella confusione hard dell'inizio. Non è certo per alimentare una polemica verso il buon e vecchio trio basso/batteria/chitarra, ma qui le soluzioni sembrano essere davvero limitate e la scrittura di canzoni efficaci latita. La stessa voce di Segall risulta monocorde e piatta, segnando davvero un passo indietro rispetto alle direzioni sperimentate in “II”. Insomma, un ritorno atteso e forse avvenuto proprio in virtù di questa attesa (un po' lo testimoniano i titoli dei pezzi, iniziale e conclusivo, Returning/End Returning, come a voler mettere una chiosa sull'operazione: qui iniziamo e qui finiamo) che non gratifica nessuno.

Voto: 5/10
Ruben Gavilli

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