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26 Gennaio 2015 , ,

La Batteria S/T

2015 - Penny Records-Goodfellas
[Uscita: 26/01/2015]

 #Consigliato da Distorsioni    

 

la_batteria-coverPenny Records di Roberto Corsi e Goodfellas tengono alto il nome della library italiana più proverbiale, quella che davvero ha fatto scuola nel mondo. I membri di La Batteria, al suo omonimo debutto, riescono a riprendere le fila del nostro cinematico prog funk dell’epoca aurea (fine anni ’60- primi’80) e ci riproiettano nel calderone della più vivace, creativa, sperimentale, orecchiabile e spassosa musica di sonorizzazione che tanto ci ha appassionato e tenuto compagnia, tra spot, poliziotteschi, serie tv e trasmissioni varie (spaziando dai documentari ai reportage, inchieste, approfondimenti, sceneggiati e miniserie). Loro sono quattro talentuosi musicisti romani che mettono mano ad una serie innumerevole di strumenti e dimostrano un’abilità davvero non comune nell’uso del sintetizzatore analogico e del moog. 

 

Ripartono da piccoli spunti del celebre italian soundtrack e rielaborano 12 pezzi di conturbante energia, sospesi tra crescente suspence e cocktail lounge. La bellissima galoppata funky di Manifesto da b-movie-spy story, che richiama le sensuali saghe strumentali Nicolai/Dell'Orso. Espresso, progressione melodica e diluizione atmosfericalabatteria con un fantastico basso elettrificato. Il tocco istrionico sperimentale (Micalizzi, Tarossi) in Incognito e tutta la verve straripante delle saghe criminali degli anni '70 con la palpitante Zero, l'ansiogena Vigilante, le vibranti e incalzanti Scenario e Scenario 2 (in cui spiccano le frenesie tastieristiche di una spinetta-celesta) e la spasmodica Formula. Si rientra nelle ambientazioni iperboliche e surreali tratteggiate da Stelvio Cipriani e riprese ai nostri giorni dai bravissimi Calibro 35. Devote a Riz Ortolani e Ennio Morricone Vice Versa, Persona Non Grata e Dilemma. Dai toni soft ambient e sentori desertici Chimera, con tanto di organo, mandolino e clavicembalo. Un disco qualitativamente elevato che tributa un genere che solo in questi ultimi anni sta conoscendo una rivalutazione planetaria. 

 

Un'operazione intelligente che riesce a coniugare lo spirito di leggerezza, freschezza e arrangiamento di quegli anni, in cui l'intuizione e l'attitudine sperimentale andavano a labatteria3sopperire la povertà dei mezzi o esigenze di immediatezza a volte difficilmente conciliabili con il buon gusto e con la ricercatezza. In questo l'Italia ha veramente saputo fare scuola. Questo album lo sottolinea con grande equilibrio e scorrevolezza. Masterizzato negli studi Telecinesound del bassista dei mitici I Marc 4. Un'opera davvero imperdibile per gli amanti del genere ma anche per tutti coloro che desiderano saggiarne una rivisitazione antologica per grandi tappe. Sulla stessa linearità in equilibrio tra rivisitazione e calibrato adeguamento ai tempi anche la grafica del logo (Luca Barcellona aka Lord Bean) e la cover retrofuturistica di Emiliano Cataldo (aka Stand). Consiglio spassionato: procurarsi il supporto vinilico più che quello digitale!

Voto: 7.5/10
Romina Baldoni

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