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10 Febbraio 2018 ,

Arturo Stàlteri LOW & LOUD

2018 - Felmay Records
[Uscita: 19/01/2018]

#consigliatodadistorsioni

 

La carriera artistica di Arturo Stàlteri si è sempre dispiegata all’insegna dell’eclettismo, di uno stile che ingloba in sé elementi estrapolati da diversi generi musicali dei quali s’intesse il tratto musicale dell’artista romano. Ne sia prova la sua cospicua e preziosa discografia: dal rock-progressive dei Pierrot Lunaire, negli anni Settanta, alle sontuose riletture di grandi musicisti contemporanei quali Philip Glass (“Circles”), Brian Eno (“CoolAugustMoon”), Franco Battiato (“In Sete Altere”). Il pianoforte, nel suo multiforme ventaglio di possibilità musicali, tuttavia, rimane l’omphalos, il centro espressivo imprescindibile di Stàlteri. Allievo del grande e compianto Aldo Ciccolini, Arturo ha sviluppato negli anni una cifra stilistica di assoluta eccellenza che lo ha reso uno dei più preziosi interpreti della musica europea contemporanea.

 

Lo dimostra questo suo suo ultimo album, “Low & Loud”, nel quale il Nostro torna al modus del piano solo per dar vita a dodici frammenti di rara raffinatezza sonora: otto composizioni originali e quattro superbe riletture. Di queste ultime, rileviamo: l’estrosa versione di un classico degli Stones (band amatissima da Arturo), Lady Jane; Agapito Malteni Il Ferroviere (Aimez-vou Chopin?) di Rino Gaetano (al quale il Nostro era legato da grande amicizia, oltre ad aver suonato in taluni suoi dischi), con un breve inserto in essa di un passaggio chopiniano, tratto dallo Studio in Fa Minore Op.10 N.9 del sublime Polacco; Fantasia Su Un Tema di J.S. Bach, una versione assai intensa di una cantata di J.S.Bach, per la precisione Wachet Auf, Ruft Uns Die Stimme; Canone in Re Maggiore, rilettura eccellente dell’opera di Johann Pachelbel, originariamente composta per tre violini e basso continuo nel 1680.

 

Poi, vi sono i temi classici della peculiare poetica ‘stalteriana’: l’amore per l’epica letteraria di Tolkien, che si sostanzia nella sostenuta linea melodica di Un Viaggio Inaspettato; la passione per le suggestive atmosfere celtiche, trasfusa nelle note sinuose di The Quiet Road To The Sea evocanti smeraldine distese costellate di acque fatate sotto cieli screziati di ocra e sciabordii di onde sotto la coltre di puro cobalto del prossimo crepuscolo; l’immancabile riferimento al Natale, Christmas Day, dai toni spigliati improntati a una certa allegria compositiva. Il riferimento all’ineludibile trascorrere del tempo è, poi, splendidamente esplicato nella lunga traccia La Vertigine Del Tempo, a nostro avviso la perla più fulgida di questo prezioso album che, ove mai ve ne fosse stato bisogno, rafforza l’idea della consacrazione di Arturo Stàlteri come uno dei maggiori musicisti e compositori contemporanei.

Voto: 8,5/10
Rocco Sapuppo

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