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11 Marzo 2016 , , ,

Tre Allegri Ragazzi Morti INUMANI

2016 - La Tempesta
[Uscita: 11/03/2016]

#consigliatodadistorsioni

 

cover TARMLa maschera rappresenta la persona nella messa in scena della vita, non un paravento dietro cui nascondersi, bensì un amplificatore della propria identità. Quella maschera da teschio i Tre Allegri Ragazzi Morti non l'hanno mai tolta, anzi l'hanno tirata a lucido ed impreziosita proprio in occasione dell'ultimo album che si fa narrazione di un mondo la cui linea di demarcazione sconfina nella fantasia grazie ad un gioco acuto di scrittura che amalgama, come di consueto, il linguaggio del pop con l'estetica del fumetto. La forza di “Inumani, l'ultimo album del trio di Pordenone, è data dalle intuizioni che colpiscono per la loro ricercata immediatezza, oltreché per la grande cura riservata ai suoni e alla produzione, cose che rendono il prodotto finale un lavoro a più strati, alcuni dei quali si svelano dopo qualche ascolto.

La percezione è che Toffolo, Molteni e Masseroni abbiano voluto condensare in un unico luogo immaginario frammenti di pop, rock, dub, reggae e canzone d'autore per dare vita ad una miscela coloratissima da cui si sprigiona come vapore l'ironia, il disincanto ed una certa malinconia per il distacco da qualcosa o qualcuno. Completa il tutto l'aggiunta di un parterre di ospiti del calibro di Jovanotti, Maria Antonietta, Vasco Brondi, Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion, Pietro Alessandro Alosi de Il Pan del Diavolo, come a definire un punto di incontro tra mainstream e scena alternativa. L'album parte subito sparato con Persi Nel Telefono, un gioiellino pop che ti si appiccica addosso e non ti lascia più, con la chitarra di Viterbini che spinge e la voce di Lorenzo Cherubini nel finale. 

 

4814_92027219003_6801438_nLa successiva C'era una volta ed era bella è una ballad dal gusto classico, spruzzata di una nota al femminile per le suggestioni tratte dai testi della scrittrice Peris Alati. La vera novità giunge con In questa grande città (La prima cumbia), cantata insieme a Jovanotti, con cui il registro e le suggestioni della cumbia colombiana vengono utilizzate per la prima volta dai Nostri per descrivere il volto metropolitano di una Milano bagnata dall'oceano. Ruggero è uno dei pezzi più toccanti dell'album, scritto da Davide Toffolo e Alex Ingram, il cui testo racconta di una corsa tra i fantasmi buoni che popolano il passato, luogo dove i ricordi stanno lì per sempre.

Dopo un bagno nel vintage di Libera, con testi di tarmVasco Brondi, si approda al reggae di E invece niente, scritto da Maria Antonietta, che potrebbe appartenere a Daniele Silvestri. Ma ecco che i TARM fanno doppiamente centro prima con Ad un passo dalla luna, commovente elegia psichedelica sulla nostalgia, e poi con la new wave de L'attacco, altro pezzo dal ritornello micidiale. Con le note della solare I tuoi occhi brillano, in qualche modo vicina al mood di Giuliano Palma & The Bluebeaters, si chiude un album maturo e caleidoscopico per il modo con cui si mescolano i suoni del mondo, quasi fossero colori ad acqua. Forse perché è solo cercando di mettere insieme cose diverse che si riesce ad essere meno “inumani”. 

 

Voto: 7.5/10
Giuseppe Rapisarda

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