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7 Settembre 2013 ,

Giöbia INTRODUCING NIGHT SOUND

2013 - Sulatron Records
[Uscita: 21/06/2013]

giobia-musica-streaming-introducing-night-sound# CONSIGLIATO DA DISTORSIONI

 

Hanno fatto una performance sorprendente a Ferrara come band di supporto al concerto dei Black Angels lo scorso luglio. Sorprendente, avendoli ascoltati là per la prima volta, perché non è così frequente sentire da una band italiana il genere di psichedelia che propongono i milanesi Giöbia. Acida e dilatata, eterea e spaziale, molto vicina a certe suggestioni provenienti dalla scena krautrock tedesca ma soprattutto debitrice di quella psichedelia contaminata dalle influenze orientali che ha caratterizzato la fine degli anni '60 in Inghilterra. A questo punto ci starebbe la classica frase 'non sembrano neanche italiani', ma non certo perché non ci siano gruppi in Italia che fanno buona psichedelia, ma proprio perché le soluzioni sonore dei Giöbia ricordano molto più certe band anglosassoni o tedesche che qualsiasi gruppo italiano che possa venire in mente. Sono all’attivo da un po’ di tempo i Giöbia, la cui formazione è attualmente composta da Stefano Bazu Bazurto (voce, chitarra, sitar), Paolo Detrij Basurto (basso), Stefano Betta (batteria e percussioni) e Saffo Fontana (organo, synth, violino e voce), e difatti "Introducing Night Sound" è il loro terzo album in studio, con il quale sembrano ora aver trovato una dimensione ideale proprio in questo contesto musicale, peraltro già sperimentato nel precedente album Hard Stories" del 2010 (il primo “Beyond the stars” è del 2005), dopo gli esordi più rivolti invece alla musica etnica, di cui comunque in quest’ultimo lavoro rimangono alcune tracce.

 

Il disco, uscito (certo non a caso) per un’etichetta tedesca specializzata in suoni psych-kraut-space, la Sulatron Records, su cd e su vinile colorato arancione, è un susseguirsi armonico e variegato di brani di notevole livello tra i quali è davvero difficile fare una graduatoria. Dalla title track che apre l'album con una cavalcata sul sentiero dello space rock a Karmabomb che unisce ambientazioni rarefatte e psichedeliche a un ritmo incalzante, che ben si intersecano con la sonorità sempre affascinante del sitar suonatogiobia dal cantante, dai riverberi alla Spacemen 3 di A Hundred Comets al ritornello musicale intrigante di Electric Light (già presente nel precedente album), passando per la potenza orientaleggiante della splendida Orange Camel, che lambisce le coste dello stoner per poi rientrare nell’alveo della psichedelica ipnotica. Ciliegina sulla torta la bella cover di un brano degli Electric Prunes, Are You Lovin' Me More (But Enjoying It Less), anche questa già comparsa su "Hard Stories", tributo a un'epoca, gli anni '60 da cui, come si diceva, i Giöbia attingono molto in quanto a ispirazione, sebbene poi, in un paio di episodi finali (tra cui una cover molto personalizzata di No One To Depend On di Santana), si lascino andare a qualche divagazione verso ritmiche un po' più cupe e suoni tendenti a quello che oggi si usa definire shoegaze, ma che è in ogni caso un tipo di suono dal sapore molto più anni Ottanta che Sessanta. Sebbene anche queste divagazioni siano interessanti e ben riuscite, a noi piacciono decisamente di più quando rimangono fedeli alla psichedelia ‘dura e pura’, pur declinata nelle sue molteplici sfaccettature. Curiosità finale: il nome deriva da una festività popolare lombarda che si tiene a gennaio, nella quale viene bruciata la giöbia, ovvero un fantoccio raffigurante una strega.

 

Voto: 8/10
Rossana Morriello

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