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15 Aprile 2017 , ,

Don Antonio DON ANTONIO

2017 - Santeria-Audioglobe
[Uscita: 7/04/2017]

#consigliatodadistorsioni

 

Arriva per molti musicisti il momento in cui si sente il bisogno di confrontarsi con se stessi, con la propria storia artistica e umana e di farlo, e come potrebbe essere altrimenti?, accettando la sfida di un disco solista. E questa sfida affronta ora Antonio Gramentieri, membro e fondatore dei magnifici romagnoli Sacri Cuori, e chitarrista che ha negli anni collaborato in tour e in studio con alcuni fra i migliori poeti giramondo del rock: Hugo Race, Alejandro Escovedo, Dan Stuart, Cesare Basile, Terry Lee Hale, Richard Buckner, per citare solo i primi che vengono in mente. Per questo suo esordio solista ha scelto il nome di Don Antonio, una sigla che profuma di Sud, di spagnolesco, ma anche di antico, nome un po' da boss e un po' da oste. Per registrare Gramentieri ha scelto la Sicilia, lo studio catanese Zen Arcade dove ha avuto la collaborazione di Cesare Basile, e, da buon oste, ha ospitato un bel gruppo di fidati collaboratori a suonare con lui, fra gli altri: Enrico Mao Bocchini, Marcello Caudullo, Christian Ravaglioli, Denis Valentini, Francesco Valtieri.

 

Don Antonio” distilla profumi, sapori, venti, paesaggi, incontri, luoghi, cammini, incroci, voci, suoni in quattordici tracce, ognuna delle quali si ha la sensazione che rappresenti un momento diverso della carriera e della vita di Antonio Gramentieri. E lo fa da par suo, con don-anto-fotola sapienza, la passione, l'ardore che chi l'ha visto sul palco imbracciare la chitarra non può non avergli riconosciuto. Ne è venuto fuori un disco ricco di passione e sentimento, nel quale Don Antonio partendo dalla sua Romagna si confronta con l'antica anima disincantata e piena di contrasti del nostro Sud e con la malinconia e il senso della perdita dei grandi orizzonti della frontiera. Nell'album troviamo il blues ipnotico e nostalgico di Sera, con la voce e il testo del sempre magnetico Hugo Race, i profumi nostalgici della cumbia di Amorcantando, la caleidoscopica Il Turco che omaggia Howe Gelb del quale viene ripresa la voce al telefono, mentre Oh La La cita il sound jazz da rotonda sul mare e da night anni Cinquanta e, insieme al twist sciorinato da Baballo, si don-antofoto1riallaccia con le origini musicali della contemporaneità, quando si guardava con fiducia al futuro. Un album ricchissimo con sentori intensi d'Africa (Alma), paesaggi intrisi di spleen (Sunset Adriatico e Lontana, fra Mike Cooper e Santo & Johnny), meticciato musicale e geografico (Mestizo).

Ma, come sempre, le parole possono riuscire soltanto in minima parte a restituire l'emozione e la gioia che dà la musica, il consiglio non può quindi che essere quello di prestare attento ascolto a un disco di un musicista vero, e magari, dopo che le note melodiose e morbidamente toccanti dell'ultimo brano, Adelita, sfumano come il sole al tramonto oltre l'orizzonte, verrà anche a voi voglia di ripartire da capo. 

 

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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