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23 Marzo 2020

Rustin Man Clockdust

2020 - Domino Recording Co Ltd.
[Uscita: 20/03/2020]

Non si può certo accusare gli ex Talk Talk di eccessiva prolificità: il grande Mark Hollis ha pubblicato un solo – splendido – album prima della sua triste dipartita, mentre il bassista Paul Webb, dopo un paio di dischi col progetto .O.Rang a metà anni '90, dopo aver scelto lo pseudonimo Rustin Man, ha inciso nel nuovo millennio solo due dischi, il bellissimo "Out Of Season" a quattro mani con Beth Gibbons nel 2002 e "Drift Code", primo vero lavoro solista, l'anno scorso. A pochi mesi di distanza arriva questo nuovo "Clockdust": un emulo di Terrence Malick che dopo un inizio di carriera molto sparagnino diventa improvvisamente iperproduttivo? No, spiega Webb che le canzoni dei due dischi sono state scritte e incise contemporaneamente, nell'arco di diciassette anni, ma essendo piuttosto diverse come atmosfere e arrangiamenti ha preferito pubblicarle come due lavori distinti. Il brano scelto come singolo, Jackie's Room, è già un tuffo al cuore; ricordi dei Talk Talk più ispirati si mescolano con quelli di due grandissimi David... soprattutto nel timbro di voce, così squisitamente inglese anzi canterburiano. Ma tutto il disco si mantiene a un livello altissimo. L'iniziale Carousel, che oltre a Wyatt porta alla memoria voce e atmosfere di un altro grande rocker, Peter Hammill (storico leader dei mitici Van Der Graaf Generator), con cui condivide una certa teatralità, parte con semplici accordi di piano, per poi aggiungere altri strumenti, con una perfetta scrittura degli archi, creando un crescendo emotivo spettacolare. L'atmosfera generale del disco è intimista, spesso struggente, ma mai deprimente: c'è quel velo di malinconia così British che aleggia in tutti i brani, come in Gold & Tinsel, delicata ballata acustica, ma è compensato da una forte vitalità di fondo. L'ispirazione di Webb in questo disco è ai massimi livelli, le melodie sono belle, e gli arrangiamenti, che fondono rock, folk e batterie spazzolate come nel jazz, sono geniali, ogni inserimento di un nuovo strumento è al momento giusto e col suono giusto. C'è qualche brano più ostico per l'ascoltatore distratto, come lo strumentale Rubycon Song, a ricordarci il passato di sperimentatore di Paul, non solo di songwriter, ma è funzionale a spezzare la tensione emotiva creata dai brani precedenti. Difficile scegliere il brano migliore, il singolo e il brano d'apertura sicuramente catturano al primo ascolto, ma il livello generale è molto sopra la media; il duetto chitarra/theremin di Kinky Living è da antologia, e la conclusiva Man With A Remedy emoziona l'ascoltatore più rockettaro. Un lavoro consigliato a tutti gli appassionati di musica a prescindere dal genere. Possibile disco dell'anno.

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

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