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14 Settembre 2012 , ,

Animal Collective CENTIPEDE HZ

2012 - Domino Records
[Uscita: 2/09/2012]

Animal Collective “CENTIPEDE HZ”# Consigliatissimo da DISTORSIONI

 

Dopo la bizzarra anticipazione di “Transverse temporal girus”, sonorizzazione per una mostra autogenerata da un programma al computer, gli Animal Collective escono con un nuovo disco di canzoni per bissare il successo di “Merriweather post pavilion” (e dei precedenti). Il gruppo torna alla formazione base, Panda Bear, Avey Tare, The Geologist e Deakin, e si presenta in ottima forma. La definizione di “folktronica” in cui il gruppo è stato inserito in passato sta molto stretta ai quattro pazzoidi di Baltimora. Psichedelia potrebbe essere più calzante, se questo termine a qualcuno non facesse pensare ad interminabili assoli di chitarre. Psichedelia nel senso di follia sonora e compositiva, quella dei migliori Beatles e dei Flaming lips più ispirati per intenderci. Con gli Animal Collective, arrivati con questo “Centipede hz” al nono disco, non siamo a livelli così stratosferici ma c'è comunque da divertirsi.

 

Il disco è un caleidoscopio di suoni. L'attacco di percussioni sintetiche e ostinate che apre il lavoro fa per un momento pensare ad un'opera di musica industriale. Ma quando partono le voce acidule e  leggermente filtrate siamo trasportati di colpo nell'estate dell'amore o a Carnaby street. Non c'è uno strumento che domini sugli altri, a volte le tastiere assurgono, come nel valzerino Today's supernatural, uno dei brani più vicini allo spirito sixties (ma c'è anche un aroma di Stranglers). Niente di nostalgico però: la psichedelia è lo stato d'animo che innerva il disco, ma i suoni e le melodie sono assolutamente contemporanee. Il  continuo emergere di suoni sullo sfondo delle voci può dare un impressione di caos, ma il collettivo animale controlla bene la situazione, creando un misto di selvaggio e tecnologico che è l'atmosfera che la band, sin dal nome prescelto, vuole propagare. I brani sono melodici anche se non indulgono in ritornelli faciloni, catturando anche l'ascoltatore smaliziato.

 

Canzoni come Applesauce, quasi una filastrocca, o Father time, sono gioiose, cosa piuttosto rara al giorno d'oggi, che è dominato da visioni dark, specie nel mondo dell'elettronica. Io devo ammettere che anche nel campo della psichedelia sono attratto da composizioni più apollinee, tipo i Motorpsycho di “Let them eat cake”, ma l'approccio dionisiaco degli Animal Collective è senz'altro più adeguato al genere.  Particolarmente riusciti i brani conclusivi, Pulleys e Amanita, in cui agli aromi si aggiungono spezie orientaleggianti. Un disco molto piacevole, sia per nostalgici che per futuristi. 

Alfredo Sgarlato

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