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2 Maggio 2014 ,

Motorpsycho BEHIND THE SUN

2014 - Stickman – Rune Grammofon
[Uscita: 07/03/2014]

motorpsycho-behind-the-sun# Consigliato da Distorsioni

 

Sono trascorsi ventitré anni dall’uscita di “Lobotomizer”, da quell’intreccio di psichedelia oscura e metal che apriva la strada a una delle carriere più importanti degli ultimi decenni. La straordinaria Lighthouse Girl ("Soothe", 1992) e il monumentale “Demon Box” (1993) facevano intravvedere le direttrici di una psichedelia metal contaminata dal prog e dal pop. Con il capolavoro “Timothy's Monster” (1994) quell’apertura al pop si accentuava ulteriormente, mentre la straordinaria versione di The Golden Core apriva le prospettive di uno space rock che avrebbe trovato le forme più compiute in “Angels and Daemons at Play” (1997) ed in “Trust Us” (1998). Dopo la dipartita del batterista Håkon Gebhardt e il subentro del talentuoso Kenneth Kapstad nel 2007, il suono della band s’irrobustiva, spostando il baricentro verso un rock di matrice seventies. “Behind The Sun”, diciassettesimo album della band, prosegue nel solco di un hard rock psichedelico d’ispirazione “classica”. L’album può considerarsi come il naturale proseguimento di "Still Life With Eggplant"motorpsycho (2013), di cui peraltro condivide le sessioni di registrazione. Bent Sæther mostra ancora quell’inesauribile ispirazione che gli ha consentito di realizzare un numero incredibilmente alto di splendide canzoni. Tra queste va annoverata anche Cloudwalker (A Darker Blue) che apre Behind The Sun e che riprende molte delle suggestioni di “Blissard” (1993). L’accoppiata Bent/Snah mostra il meglio di sé nella straripante On A Plate, mentre la devastante versione jazz-prog di Kvæstor (incl. Where Greyhounds Dare) arde quasi come un fuoco sacro. Il nucleo dell’album è racchiuso nella suite Hell, che si sviluppa nell’hard rock progressive di Hell, part 4-6: Traitor/The Tapestry/Swiss Cheese Mountain e nel jamming trasbordante di Hell, part 7: Victim of Rock. I Motorpsycho continuano la rilettura del rock con le lenti della psichedelia, vero file rouge di tutta la loro produzione ventennale. Ancora un grande album.

 

Voto: 7.5/10
Felice Marotta

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