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25 Novembre 2019 , ,

Hawkwind All Aboard The Skylark

2019 - Cherry Red Records
[Uscita: 25/10/2019]

Se c’è una cosa di cui rendere giustizia agli Hawkwind è che la fama e la stima, di cui è permeata la loro aura, se le sono guadagnate con una carriera tanto sincera quanto generosa. Tra i tanti personaggi comparsi nella saga dei guerrieri spaziali (Dave Anderson, bassista degli Amon Düül II, Simon King, poi batterista per Brian Eno, l’incredibile Nik Turner, l’ectoplasmatico Robert Calvert, la lunare Stacia e ovviamente Lemmy) uno ha resistito a tutto e tutti: Dave Brock. Irriducibile, continua a cantare di cataclismi alieni e forze siderali, proponendo quello space-rock dalle mille sfumature che ha affascinato per decenni i fans, alimentando il culto di una delle più importanti band britanniche di sempre. Che le contaminazioni e l’importanza seminale siano terminate da un po’, non sembra turbare Brock e compagni, che anzi continuano a dispensare raggi space sempre accattivanti (Flesh Fondue, Last Men On Earth). Alle ieratiche declamazioni di Calvert, si sono sostituiti morbidi intermezzi pinkfloydiani (Nets Of Space, We Are Not Dead…Only Sleeping) con tanto di inserti jazz, disseminati un po’ ovunque, anche in quei gorghi neri di rock cosmico che li hanno da sempre contraddistinti (All Aboard The Skylark). Il pow-wow electro-rock di 65 Million Years Ago si dissolve nella coltre elettronica di In The Beginning, e dopo una sosta nel relè galattico di The Road To… la band concede un unico pezzo sopra i 9 minuti, The Fantasy Of Faldum, che costruisce un tunnel kraut contaminato ancora da elementi elettronici e jazzistici, per poi risolversi in una girandola acustica. “All Aboard The Skylark” più che celebrare la carriera degli Hawkwind, ne sonda lati ancora inediti seguendo atmosfere soft ed elettro-acustiche, a tratti quasi malinconiche. Sia che si richiami ad una natura selvaggia ed inquieta (come in “Into The Woods” del 2017), che si abbandoni alle stranezze orchestrali (“Road To Utopia”, 2018) o che vaghi verso territori propriamente space come in questo ultimo disco, la navicella degli Hawkwind, con Brock al comando, può navigare sicura verso i lidi di questa senilità astrale.

Voto: 6.5/10
Ruben Gavilli

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