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20 Gennaio 2015 ,

NICK CAVE – 20,000 Days on Earth Iain Forsyth-Jane Pollard

2014 - Inghilterra - Uscita: 19 Settembre 2014 - Cast: Nick Cave, Susie Bick, Warren Ellis - Durata: 01:33:21

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Una coppia a letto, addormentata. Suona la sveglia. L’uomo la guarda, la spegne, si alza, va in bagno e osserva la sua immagine riflessa nello specchio. Un luogo comune cinematografico visto centinaia di volte. La particolarità è che in questo caso l’uomo si chiama Nick Cave, e quello è il suo ventimillesimo giorno sul pianeta. "20,000 Days on Earth", il film sul musicista australiano presentato in anteprima al Torino Film Festival 2014, è un oggetto non facilmente identificabile in termini stilistici. Non esattamente un documentario biografico, si pone all’incrocio tra fiction, intervista, monologo, confessione. E quanto alle intenzioni, siamo a mezza via tra la celebrazione e la demistificazione, non tanto del personaggio “Nick Cave” quanto del ruolo stesso dell’artista e della rockstar. Un giorno qualunque nella vita di una persona niente affatto qualunque, che tuttavia alla fine risulta più prevedibile di quanto ci si aspetterebbe.

 

Girato da Iain Forsyth e Jane Pollard, celebre coppia britannica di “visual artist” e registi di videoclip, 20,000 Days on Earth segue Cave nell’arco di ventiquattr’ore, e non c’è una sola sequenza nella quale il cantante non sia presente. Lo vediamo parlare del padre con lo psicanalista, buttare giù i testi di qualche canzone su una vecchia macchina da scrivere in una Nick-Cave_-20000-Days-on-Earthstanza stracolma di libri e memorabilia, provare nel suo studio di registrazione casalingo, mangiare un piatto di anguille con il fido luogotenente musicale Warren Ellis, spulciare fotografie e diari insieme ai due registi neliain_and_jane sotterraneo del proprio archivio privato, guardare la televisione con la coppia di figli gemelli. E nei tempi morti girare apparentemente senza meta in auto sul lungomare di Brighton, la tristissima città balneare inglese nella quale ha scelto di vivere (o di nascondersi). Con un espediente narrativo ad effetto, anche se un po’ scontato, saltuariamente compaiono sul sedile del passeggero persone che sono state importanti nel passato di Cave, come il suo vecchio chitarrista nei Bad Seeds Blixa Bargeld oppure Kylie Minogue, la diva pop con la quale duettò in Where The Wild Roses Grow.

 

image-20000-days-on-earth-nick-caveLa sensazione che vorrebbe essere trasmessa è quella di intimità e trasparenza assolute, un giorno dentro la vita di Nick Cave come se lo spettatore stesso fosse Nick Cave. Ma il tentativo, benché interessante dal punto di vista del linguaggio scelto, riesce solo fino a un certo punto. L’artista è troppo consapevole della suaimages aura iconica per non resistere alla tentazione di giocarci sopra, e quindi di mandare falsi segnali. Certo, quello che vediamo non è più il giovane tossico maledetto di trent’anni fa, ma un uomo di mezza età con i capelli tinti, apparentemente venuto a patti con i suoi demoni e persino dimesso e malinconico nel suo riflettere sullo scorrere del tempo e sul ruolo della memoria - per lui decisivo - nel processo creativo. In un certo la-et-mn-sundance-2014-20000-days-on-earth-for-001senso, il docu-film 20,000 Days on Earth è anche una lunga seduta di auto-coscienza sul cosa significa scrivere una canzone, ed è l’aspetto forse più poetico e stimolante del film. Che, inevitabilmente, termina su un palco. È lì, nel rito performativo del concerto, che i Cave veri, finti o possibili convergono in un’unica persona. 

Carlo Bordone

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