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9 Novembre 2014 , , , ,

Bob Dylan and the Band THE BOOTLEG SERIES VOL.11: THE BASEMENT TAPES COMPLETE

2014 - Columbia Records/Legacy Recordings - 4 Novembre 2014 - (6 CD Box Set, 3 LP, 3 CD-Raw Edition)

  Basement-cover                         INTRO

 

Nell'anno 2014 è sempre una grande emozione parlare di una nuova uscita discografica a nome Bob Dylan. E' passato oltre mezzo secolo dall'uscita del suo omonimo disco d'esordio ed ancora l'uomo di Duluth è capace di estrarre tesori dal suo inesauribile archivio. Le famose Bootleg Series rappresentano in assoluto la più grande e qualitativamente migliore operazione di recupero di materiale mai realizzata da un singolo artista. Con questo incredibile "The Basement Tapes Complete" giungono al Vol. 11, il più ricco di pezzi dell'intero catalogo, visto che si compone di ben 138 tracce per un totale di sei cd. Questo per quanto riguarda l'edizione davvero completa, ed è quella a cui faremo riferimento, ma come accade sempre più frequentemente sono uscite altre due versioni.

 

DylanL'immancabile stampa in vinile, basilare trattandosi di un eroe dei sessanta e quella ridotta (Raw edition) di 2 soli cd con 38 canzoni. La versione più estesa ha un prezzo di partenza piuttosto alto, sfiora i 100 euro anche se i motivi d'interesse per accaparrarsi una copia non mancano di certo. A cominciare ovviamente dal libretto di 120 pagine con rare foto e le solite memorabilia che suscitano sempre la curiosità degli appassionati. C'è da dire che box set similari a questo, come quelli di CSN & Y e quello di Rory Gallagher, recentemente immessi sul mercato, hanno prezzi di vendita ben inferiori a questo. Speriamo che in futuro la Sony si decida a venire incontro ai numerosi seguaci di Mr Zimmerman.

 

 

Prologo: La storia dei Basement Tapes, l'esilio a Big Pink.

 

Big Pink

La storia intorno a questi  Basement Tapes è nota. Bob Dylan dopo il suo periodo aureo, quello della stranota e contestata svolta elettrica, ben documentato dai tre capolavori "Bringing it all back home", "Highway 6 revisited" e "Blonde on Blonde" a cavallo del 1965-1966, ebbe il famoso e misterioso incidente motociclistico con la sua Triumph, mai del tutto chiarito. C'era chi parlava addirittura della sua morte, altri invece sostennero che la sua era una mezza finzione ovvero un modo di allentare la pressione, da parte di pubblico e mass media. Fatto sta che Bob nel 1967 si ritirò in una casa in collina di West Saugerties, New York, la famosa Big Pink, non lontano dalla sua fattoria, insieme ai componenti di The Hawks al completo, (ancora non si chiamavano The Band) che l'avevano presa in affitto.  Nel sotterraneo dell'abitazione, il Basement appunto, dove era stato allestito un primitivo studio di registrazione,Bob_Dylan_The_Basement_Tapes vennero eseguiti una grande Dylan Great White Wonderquantità di pezzi che molto discutibilmente non vennero pubblicati dalla Columbia Records al momento della loro composizione. Ci vollero ben 8 anni prima che finalmente apparisse sul mercato "The Basement Tapes", uno doppio album di 76 minuti contenente solo 24 delle tracce originariamente composte. Tra le altre cose ben otto canzoni erano della Band senza Bob Dylan alla voce solista. Un vero delitto pur essendo il disco di livello assoluto. Molto prima che ciò accadesse era uscito nel 1969 il celeberrimo "Great White Wonder", 25 pezzi per 2 dischi in vinile, considerato il primo bootleg in assoluto della storia del rock. 

 

Qui oltre a cover version assortite, si potevano trovare molte tracce delle sessions del 1967, un vero tesoro nascosto. Considerato che questo album circolò per molto tempo appare tardiva a posteriori la replica della Columbia ad una simile iniziativa pirata, tra le altre cose con una uscita discografica che non rendeva giustizia a Dylan e la Band. Sono circolati altri bootlegThe Genuine Basement Tapes bootleg di queste registrazioni: da segnalare i cinque volumi di "Genuine Basement Tapes", usciti nel 1989 per la fantomatica Scorpio, che contengono circa 100 pezzi anche se con qualità audio non sempre soddisfacente. La stessa Scorpio però ha successivamente immesso sul mercato anche "A tree with roots", A tree with roots(2001) quattro cd con dentro ben 128 pezzi, con rispettoso ordine cronologico indicato nei due booklet presenti, e soprattutto un suono ripulito di livello più che buono. Di quei giorni alla casa rosa si ricorda che "si registrava con le finestre aperte per far entrare l'aria fresca e c'era sempre un cane che scodinzolava nello studio di registrazione improvvisato". Ancora Garth Hudson, l'organista della Band,  "ogni giorno si eseguivano dieci, a volte quindici canzoni, molte erano traditional ma gran parte di queste Dylan le improvvisava o scriveva al momento, salvo poi rifinirle giorno per giorno".Non tutto venne registrato a Big Pink, alcune tracce provengono da casa Zimmerman a Byrdcliffe, dalla Red Room, la sua famosa "stanza rossa". In tutto Dylan e The Band rimasero per nove mesi chiusi a registrare canzoni su canzoni, ed in quel periodo qualsiasi visita era vietata, amici e parenti stretti esclusi. Garth Hudson si presentò con un registratore, due mixer stereo ed i microfoni presi a prestito da Peter Paul and Mary. Il tutto in maniera molto informale, suonando a ruota libera

 

 

THE BASEMENT TAPES COMPLETE: I sei cd in sintesi.

 

Bob-Dylan-and-The-Band-band2Almeno 30 canzoni presenti in questa edizione da sei cd del 2104 sembrano comunque essere sfuggite ai bootlegers. A cominciare da diverse covers presenti fra le 138 tracce di questa Bootleg Series Vol. 11, in special modo nei primi due cd. Scorrono nomi celebri come Johnny Cash (Belshazzar) , Hank Williams (You win again), John Lee Hooker (Tupelo), Pete Seeger/Idris Davies (Bells of Rhymney) Tim Hardin (If i were a carpenter) ed addirittura Curtis Mayfield (People get ready). Poi vi sono canzoni molto celebri che Dylan reinterpreta a modo suo, in modo abbastanza informale, senza particolare enfasi né eccessiva partecipazione. Di queste da citare Will the circe be unbrokenCome all ye fair and tender ladies, A fool such as i e Going down the road feeling bad. Considerato che i tre dischi delle svoltabob-dylan-and-the-band-1967 elettrica del 65-66 e quindi precedenti le incisioni alla Big Pink erano composti solamente da pezzi scritti da Dylan, le quasi 50 covers qui presenti, contando anche i traditional,  dimostrano lo spirito con la quale Bob Dylan and The Band avevano affrontato questa avventura musicale. Del resto Bob ha sempre dato il meglio di sé cantando le sue composizioni ed in quest'ottica le perle a sua firma estratte da queste incisioni sono innumerevoli. 

 

Mr Zimmerman, incidente o no, lsd o no, era un vulcano di creatività a metà dei sessanta ed aveva una capacità e facilità  di scrittura incredibile, sconosciuta agli altri. Basta dare una rapida occhiata alla track list per rendersene conto. In ordine cronologico, come indicato nelle note a margine: Million dollar bash, Please Mrs.Henry, You ain't goin' nowhere (rifatta alla grande dai Byrds), I shall be released, Too much of nothing, Tears of rage, Quinn the Eskimo (divenuta un hit single nella versione di Manfred Mann,t-13R1i3 Mighty Quinn), Odds and ends, One too many mornings, This wheel's on fire (che fu un clamoroso successo per Julie Driscoll e Brian Auger) sono lì a dimostrare l'altissimo livello qualitativo di queste sessions. Ma qui è indubbiamente più interessante parlare degli inediti assoluti. Che non sono pochi. Stiamo parlando di quelle canzoni non presenti nel "Basement Tapes" del 75. Sono concentrati principalmente nei cd dal terzo al sesto, alcune si potevano già trovare in altre antologie. Andiamo per ordine. Nel terzo cd a livello delle migliori cose di Dylan sono la ballata blues di One for the road e la splendida  I'm not there, nel quarto, che contiene molte tracce ripetute, bellissima la lunga e malinconica Sign on theThe Basement Tapes Complete inside cross, sorta di country-gospel, il blues di Get your rocks off e la stralunata drunk ballad  Bourbon Street.  Simpatica qui anche la cover di All American boy di Bobby Bare, quasi uno scherzo. Il cd 5 è aperto da una originalissima versione di Blowin’ in the wind, brano che i componenti di The Band non avevano mai suonato fino a quel momento con Dylan, nella quale Robbie Robertson e Garth Hudson eseguono brevi assoli a ruota libera. Una versione mai pubblicata prima in nessuna forma, un vero gioiello ritrovato.

 

Fa il paio con  I ain't me, babe, acerba ma musicalmente più ricca dall'originale del 1964 che chiudeva "Another side of Bob Dylan". Da ricordare anche My woman she's a-leavin', nel tipico cantato dylaniano dei sessanta, la rurale Santa-Fe, la stralunata Minstrel boy ed il blues di Silent weekend. Tutti pezzi degni di figurare nel disco dato alle stampe nel 1975. Non sono da meno pure D Bla breve It's the flight of the Bumblebee, l'intensa Wild wolf  per finire con All you have to do is dream (che non è quella degli Everly Brothers). Nel sesto ed ultimo dischetto il livello medio scende un pochino, si sente distintamente che molti pezzi sono appena abbozzati, totalmente da rifinire. Nelle note di presentazione di The Basement Tapes Complete viene chiarito che il box comprende solo registrazioni dai nastri originali, moltitheband2 reperiti negli ultimi anni, e riguarda ogni incisione salvabile da queste fonti. Lo scopo è quello di presentare i pezzi così come furono registrati, senza alcuna sovraincisione come accadde per il disco del 1975. Se da una parte è un tentativo lodevole dall'altra vengono a galla in alcune tracce cose appena abbozzate, buttate giù quasi per divertimento e totalmente improvvisate all'istante, non avendo in quel momento l'obbligo e l'obbiettivo d'una pubblicazione ufficiale.

 

Nel sesto cd allora troviamo pezzi come Any Time, That's the breaks, Pretty Mary, King of France, She's on my mind again e la veloce Next time on the highway, che pur conservando il loro indubbio fascino risentono maggiormente del loro Raw edition backstato di canzoni grezze. False partenze, interruzioni, Dylan che si ferma a parlare con i componenti di The Band, il tutto contribuisce inback tutto e per tutto a ricreare l'atmosfera di quei giorni del 1967. The Basement Tapes Complete  è in conclusione una favolosa testimonianza di un periodo irripetibile.  Se altri volumi delle Bootleg Series come qualità di registrazione sono superiori, o qualitativamente migliori, la genuinità e spontaneità che emerge da queste registrazioni fa sì che il fascino di questi sei cd sia irresistibile. A chiudere, le parole di Bob Dylan nel 1975 meglio di tutte possono spiegare quei giorni magici: "stavamo lì a fare la nostra musica ed il tempo scorreva, poi ne è venuto fuori anche un disco vero e proprio, ma quelle in realtà erano solo canzoni innocenti che avevamo fatto uscire da quella umida cantina".

Ricardo Martillos

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