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30 Ottobre 2015

Alice in Chains La fenice rinasce sempre dalle proprie ceneri

2015

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C'è un certo parallelismo tra la storia degli Alice in Chains e quella del Grunge in generale. Per raccontare la vita di una delle band più oscure, sporche e forse discontinue che ha fatto da portavoce a quel movimento bisogna partire dalla metà degli anni '80 e da Layne Stanley.

 

 

Dalla morte dell'hair metal alla nascita del grunge, gli inizi della band

 

Layne Stanley, in quel periodo, era il cantante di una delle tante band hair metal tipiche di quegli anni, gli Sleaze. Il gruppo, che in poco tempo cambiò nome in Alice 'n Chainz, era prevalentemente una cover band che si esibiva nei locali dei sottoborghi di Seattle, suonando brani degli WASP, Motley Crue e Armored Saint. Quel biondino, generalmente molto introverso, entrato nel gruppo come batterista, ben presto si scopre anche molto bravo a cantare. Per il gruppo si aprono le porte di molti locali underground; Layne, che ha una voce dal timbro unico e particolare, ha quindi la possibilità di urlare al alice7pubblico quei brani che lo avevano aiutato a superare le continue crisi dettate da un'adolescenza tormentata. Proprio in uno di questi locali, il Music Bank di Seattle, tra il pubblico c'è Jerry Cantrell, un promettente chitarrista hard rock della zona; è così che Layne e Jerry si incontrano e si trovano immediatamente a proprio agio l'uno con l'altro, diventando grandi amici e persino compagni di stanza, sino a quando Stanley propone a Cantrell di suonare con lui in un gruppo funk appena formato.

 

Così, senza esitazione il chitarrista accetta e coglie la palla al balzo per proporre all'amico di entrare a sua volta nel suo gruppo, i Diamond Lie. È scontato dire che gli anni '90 non sono ricordati per la musica funk, infatti il gruppo di Stanley ha vita breve, perciò il cantante ha la possibilità di dedicarsi a tempo pieno ai Diamond Lie, gruppo hard rock in cui alice11militavano già Mike Starr e Sean Kinney. Ed è qui che il parallelismo tra gli Alice in Chains e il Grunge che conosciamo oggi ha inizio; il gruppo di Cantrell, infatti, inizia a fare concerti nello stato di Washington e a sperimentare un genere nuovo, una specie di metal alla Black Sabbath, unito all'alternative rock e alla rabbia giovanile di quegli anni. In breve tempo il gruppo cambia nome per riutilizzare quello della band hair metal di Layne. I neonati Alice in Chains sorgono dalle ceneri dell'hair metal, che in quegli anni inizia un rapido declino, e in poco tempo riscuotono un grande successo nella Seattle Zone. Allo stesso tempo, anche il Grunge.

 

Il successo nelle radio underground e il primo contratto con una major

 

218560È proprio per via della crescente fama che Stanley e compagni decidono presto di incidere una demo. "The Treehouse Tapes" esce infatti nel 1988, anche grazie all'aiuto di Kelly Curtis e di Susan Silver, due manager discografiche che si occupavano di scoprire talenti emergenti. È proprio dalle loro mani che la demo arriva alla Columbia Records che immediatamente vede negli Alice in Chains un'opportunità di guadagno, quindi nel 1989 li assolda e li chiude in studio ad incidere “We Die Young”. L'EP, composto da sole tre 220px-WeDieYoungcanzoni viene pubblicato nel luglio del 1990 e in men che non si dica diviene un must per quelle radio incentrate sulla trasmissione dei brani più heavy del momento. La title track, scritta da Cantrell, deve il nome all'incontro tra il chitarrista e dei bambini di poco più di 10 anni che spacciavano droga; negli anni successivi proprio il musicista dichiara "La vista di un bambino di 10 anni con un cerca persone, un cellulare e alle prese con la droga equivale per me a We Die Young".

 

Facelift e Sap, i primi passi verso il successo

 

MI0002528677Poichè "We Die Young" ottiene molto successo la Columbia decide di produrre "Facelift" il primo  LP della band. Facelift non ottiene immediato riscontro, nel primo semestre dalla pubblicazione vennero vendute solamente 40.000 copie, ma la fama arriva non appena MTV mette in heavy rotation il singolo Man In The Box. È con Man In The Box che, nel 1990, ben un anno prima di "Nevermind" dei Nirvana, la musica grunge esce dalla Seattle Zone per espandere i propri confini in tutti gli Stati Uniti. La canzone diviene presto una delle più evocative del gruppo di Seattle, riff oscuri e ritmiche heavy metal, passando per la voce cupa e malinconica di Stanley, Man In The Box è il perfetto esempio delle caratteristiche del disco. Le tematiche del singolo, incentrate sulla critica aspra ai mass media, accompagnate da un video di facile impatto fanno sì che il brano raggiunga presto la diciannovesima posizione della Bilboard 200 e ottenga sia la nomination ai Grammy Awards come migliore interpretazione hard rock che quella come miglior videoclip Heavy Metal/Hard Rock agli MTV Video Music Awards. 

 

aliceMentre il videoclip viene trasmesso sulle emittenti tv l'album diventa disco d'oro e permette alla band prima di aprire i concerti di Van Halen, Poison, Extreme e Iggy Pop e poi di suonare durante le date del Clash of the Titans, sullo stesso palco di Megadeth, Slayer e Anthrax. Dopo il successo di "Facelift", nel 1992, la band pubblica "Sap", un MI0001549219nuovo EP, stavolta caratterizzato da un suono più dolce rispetto a quanto prodotto sinora. L'EP, pubblicato mentre Nevermind dei Nirvana  era all'apice delle classifiche, vede l'apparizione di Ann Wilson degli Heart e, sotto lo pseudonimo Alice Mudgarden, di Mark Arm dei Mudhoney e di Chris Cornell dei Soundgarden. Sap è una raccolta di cinque pezzi acustici che, nonostante questa sostanziale differenza dai primi due lavori e dal tipico seattle sound, non fa altro che accrescere la fama della band, tanto che nel 1992 un loro brano, Would?, viene scelto come parte della colonna sonora di "Singles – L'amore è un gioco" di Cameron Crowe.

 

 La fama di Dirt e i primi problemi con l'eroina di Layne Stanley 

 

alicedirtÈ  proprio in questi anni che il grunge diventa un fenomeno mondiale, anche nel vecchio continente, e i primi dischi che arrivano dall'America iniziano ad essere masterizzati su cassette. I brani di Nirvana, Pearl Jam e Alice in Chains si diffondono in pochissimo tempo. L'attesa per il nuovo album del gruppo di Stanley si fa quindi irresistibile, così, sempre nel 1992, viene dato alla luce "Dirt", un disco traboccante il sound cupo e heavy tipico della band. In poco tempo Dirt viene acclamato da critica e fan sino ad ottenere un disco d'oro e cinque di platino.

 

Analizzando i testi scritti da Layne vengono immediatamente a galla però i grossi problemi che il singer biondo attraversa in quegli anni; Junkhead, Dirt e Sickman sono infatti tre dei brani pesantemente influenzati dal pesante consumo di eroina che getta irrimediabilmente ombra, oltre che sull'aspetto alice9psico-emotivo dell'artista, anche sulla carriera della stessa band. Gli Alice in Chains infatti portano a termine con fatica la tournèe promozionale di Dirt a causa della tossicodipendenza di Stanley che non fa altro che aggravare il suo stato di salute. La dipendenza dall'eroina non tocca solo il cantante, ma anche il bassista Mike Starr. La cui assuefazione dagli stupefacenti gli provoca, nel 1993, l'allontanamento dalla band e il conseguente rimpiazzo con Mike Inez, ex bassista di Ozzy Osbourne. Con il cambio di formazione la band incide un paio di brani per la colonna sonora di "The Last Hero" di John McTiernan e subito dopo decide di intraprendere un gigantesco tour. Dopo l'esibizione al Lollapalooza i fan esplodono con la richiesta di un altro album.

 

Il ritorno alle chitarre acustiche

 

alice in chainsDurante un'intervista, sempre nel 1993, Layne dà finalmente la notizia ai fan, gli Alice in Chains sono di nuovo tornati in studio e, dopo il rumoroso Dirt, hanno deciso di farlo portandosi dietro le chitarre acustiche. Da queste sessioni, nel gennaio del 1994, viene estratto "Jar Of Flies", un nuovo EP, il terzo della carriera del gruppo madseason-abovestatunitense. L'album, registrato in "una settimana di alcool e solitudine", come lo descrive Cantrell, è considerato un piccolo capolavoro semi-acustico degli anni '90. Pur essendo decisamente diverso dal sound di Dirt, Jar Of Flies ottiene un immediato successo facendo sì che un EP debutti, per la prima volta nella storia della musica, al primo posto della Billboard 200 e vincendo in poco tempo quattro dischi di platino ed uno d'oro. Dopo l'EP la band decide di non intraprendere nessun tour promozionale puntando di nuovo i riflettori sulla dipendenza da eroina di Layne che, però, nel frattempo si esibisce con i Mad Season, un supergruppo formato anche da componenti di Pearl Jam e Screaming Trees, con cui pubblica nel Marzo 1995 "Above".

 

Il canto del cigno


Alice_in_Chains_(album)È nel mese successivo che gli Alice in Chains, accompagnati dal produttore Toby Wright, varcano le porte del Bad Animals Studio di Seattle per incidere il tanto atteso disco omonimo. "Alice in Chains", accompagnato dal singolo Grind, vede la luce nel Novembre dello stesso anno e si presenta quasi come un fusione tra Dirt e Jar of Flies. Infatti ha tutte le caratteristiche proprie del sound grunge, ma nel contempo presenta una forte attenzione alle linee melodiche perfezionate nell'EP acustico.

L'album, che debutta subito al numero uno della Billboard 200 e che in breve tempo ottiene due dischi di platino, è considerabile come il canto del cigno di Stanley, nonché l'ultimo aliceunpluggedalbum di inediti che la band comporrà con lui alla voce. Al disco, come già per Jar of Flies, non segue nessun tour, ma solo sette date di cui quattro come spalla per i Kiss seguite da un lungo periodo di pausa nel quale le condizioni di Layne non fanno altro che aggravarsi. L'ultimo concerto che gli Alice in Chains suonano in compagnia di Stanley risale al 1996 in occasione di un indimenticabile MTV Unplugged, dal quale verrà anche inciso un album omonimo in cui anche le tracce più grunge vengono riarrangiate egregiamente in chiave acustica.

 

alice6Già durante quest'occasione le condizioni del cantante si sono fatte chiare, l'eroina e la depressione lo stanno mangiando; negli anni successivi Layne diventa sempre più solitario, passa tutto il tempo nella sua casa di Seattle senza più vedere o sentire nessuno. Entra in studio un paio di volte per registrare ancora due brani con la band, Get Born Again e Died, che appariranno nel box set "Music Bank". La notizia della sua morte, oramai preannunciata, arriva il 4 aprile del 2002 e chiude il percorso parallelo perfetto tra grunge e Alice in Chains. La band infatti si scioglie, il gruppo nato dalle ceneri dell'hard rock è morto con Layne, ucciso da quella sostanza iniettata in vena che nei sobborghi di Seattle aveva spento un sacco di giovani prima di lui. Il sogno grunge di cambiare qualcosa con la musica aggressiva è finito.

 

Gli anni 2000, la rinascita dopo la morte di Layne

 

51Lej0lk4RLNegli anni successivi alla morte di Layne i restanti membri del gruppo prendono vie diverse, sino al 2005, quando si incontrano in occasione di un concerto benefico dedicato alla raccolta fondi per gli aiuti umanitari post tsunami del Sud Asia. Durante questa occasione alla voce si alternano tre super ospiti: Pat Lachman dei Damageplan, Mayard James Keenan dei Tool e Ann Wilson degli Heart. Proprio quest'ultima presta la propria voce alla band di Seattle anche l'anno successivo in occasione del Decades of Rock Live. È durante quest'occasione che la band chiede anche il supporto come voce e chitarra ritmica a William DuVall, con cui si trova talmente in sintonia che decide di provare a mettere in cantiere un disco nuovo con il cantante dei Comes With The Fall.

 

AIC_FINAL_COVERsmallIl nuovo lavoro, “Black Gives Way To Blue”, vede la fine del lavoro di missagginell'aprile del 2009, per poi essere rilasciato ufficialmente solo nel settembre del medesimo anno. Sono 11 canzoni (quasi tutte firmate da Jerry Cantrell, che si conferma anima e corpo della band) che seguono lo schema ritmico e compositivo già utilizzato negli album precedenti, modificato appena per permettere l'aggiunta perfetta della voce di DuVall. L'album ottiene un immediato successo, sia da parte della critica che da quella, forse più esigente, del pubblico, tanto da far tornare la band di Seattle nuovamente nella top ten della Billboard 200, cosa che non accadeva da oltre dieci anni.

 

MI0003541711È sulla scia di questa nuova rinascita che la band torna finalmente sui palchi dei più famosi festival di tutto il mondo, ed è per questo che decide di recuperare il tempo perduto per mettersi immediatamente a lavoro su nuovo materiale inedito. Siamo così nel 2011 quando, tra un concerto e l'altro, la band si rinchiude in studio e inizia a registrare quello che, nel 2013, verrà pubblicato con lo scherzoso titolo “The Devil Put The Dinosaurs Here”.

 

L'album, il cui nome fa riferimento alle assurdità delle teorie creazioniste proprie dei fondamentalisti cattolici, viene registrato da quella che ormai è la nuova formazione effettiva degli Alice in Chains. Stavolta anche i crediti sono suddivisi quasi in alice10maniera equa, con una compresenza di vari membri in molti più brani del disco precedente.

Questo nuovo lavoro riesce a risultare superiore a Black Gives WayTo Blue tanto da debuttare addirittura al numero due della Billboard 200 e da raggiungere la top ten delle classifiche di Canada, Finlandia, Norvegia e Australia.

La fenice rinasce sempre dalle proprie ceneri.

 

Andrea Ghignone

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