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17 Giugno 2012 ,

Can FUTURO PREISTORICO (1969-1991)


canL'uscita proprio in questi giorni del triplo box "The Lost Tapes"  dei tedeschi Can, per Spoon Records/Mute, riporta provvidenzialmente l'obiettivo puntato su una delle più rivoluzionarie, sperimentali ed influenti band europee delle ultime tre decadi del secondo millennio. Abbiamo colto occasione per delinearne un profilo.

 

GERMANIA RIBELLE

Nella Germania Occidentale degli anni 60, in precario equilibrio tra Capitalismo e mondo Comunista, lanciata nel boom economico post bellico, tra consumismo sfrenato, trasgressioni “in nuce”, voglie rivoluzionarie e una atmosfera in bilico tra concezioni del mondo diametralmente opposte divise da un muro fisico e da uno ideologico, seppure con grandi difficoltà si sviluppò un movimento giovanile e studentesco puntato decisamente contro il conformismo della società tedesca dell’epoca e contro la rigida concezione educativa ereditata dal militarismo prussiano e da 12 anni di dittatura nazista .Nascita ufficiale del movimento studentesco tedesco il 2 giugno 1967, manifestazione contro la visita dello Scià di Persia a Berlino, la polizia sparò e uccise lo studente Benno Ohnesorg. Le università tedesche furono il centro di questo movimento ed in particolare quelle di Colonia e Berlino Ovest; oltre alle pulsioni politiche e libertarie, anche la vena creativa dei giovani tedeschi fu particolarmente stimolata e le comuni hippies e i centri della controcultura crebbero numerosi.

 

IRMIN SCHMIDT - IL KRAUTROCK - CAN

CANArte, cinema e musica subirono le innovative e positive pulsioni rivoluzionarie e lisergiche provenienti dagli USA e dall’Inghilterra ed in campo musicale iniziò a svilupparsi un movimento rock teutonico, che sarà di lì a poco definito Krautrock, caratterizzato da una forte tendenza alla sperimentazione e all’innovazione e di cui i Can furono tra i precursori con i Floh De Cologne, i Tangerine Dream e gli Amon Duul 1. Originario di Colonia era
Irmin Schmidt, tastierista classico e compositore, musicista curioso e aperto alle nuove tendenze, reduce da un viaggio a New York, dove aveva frequentato l’ambiente del Chelsea Hotel e dove aveva ascoltato l’avanguardia di La Monte Young e Terry Riley, ma anche l’art rock  dei Velvet Underground. Tornato in patria, la sua attività si indirizzò verso la costruzione di un ensemble musicale che riassumesse le nuove proposte ascoltate negli USA e soddisfacesse la propria ispirazione creativa. Il primo passo fu la nascita di un gruppo d’avanguardia con il flautista David Johnson e il maestro di musica Holger Czukay: iniziò così, nel solco tracciato dal lavoro di Karl Heinz Stockhausen di cui Schmidt era stato allievo, l’esplorazione di nuovi orizzonti sonori che porterà poco dopo alla nascita dei Can come “rock band”.

 

MONSTER MOVIE - SOUNDTRACKS

monster movie canI due contattarono il chitarrista 19enne Michael Karoly e il batterista Jacky Liebezeit, entrambi pupilli di Czukay e con questi due compagni d’avventura iniziarono a dipingere la loro tela sonora fatta di ritmi ossessivi, tribalismo, schizzi elettronici e pennellate jazz. Prima noti come Inner Space e poi universalmente conosciuti come Can, acronimo anglofono di Comunismo, Anarchismo e Nihilismo, il loro programma di sobillatori e agit prop del rock tedesco, fu subito chiaro fin dall’origine del loro nome. A metà del 1968 decisero di integrare con un vocalist la line-up della band, la scelta cadde su Malcom Mooney, afroamericano di New York, scultore giramondo, interessato alle originali alchimie sonore dei Can; con lui fecero la prima esperienza in studio di registrazione, ne uscì il materiale per l’lp “Prepared To Meet Thy Pnoom”, che non trovò nessuna casa discografica disponibile a stamparlo e distribuirlo. Ma i Can continuarono imperterriti a registrare e il risultato fu il loro primo vero lp ufficiale: “Monster Movie” uscito per la UA/Sound Factory, il disco colpisce per la modernità della cover sleeve con un personaggio della Marvel, Galactus, sorta di progenitore di tutti i robot giganti protagonisti 10 anni dopo dei cartoons giapponesi ed oggi di molti Blockbuster tecno digitali in 3D made in USA.

 

Can SoundtracksLa musica fu una cosa nuova e unica, lunghe composizioni ossessive, supportate dai tricks elettronici di Schmidt, dalla ritmica pulsante e creativa di Czukai e Liebezeit, dalla chitarra di Karoly e dai vocalizi irrituali di Malcom Mooney; la lunga You Doo Right, un martellante mantra di oltre 20’ estrapolato da una session durata quasi sei ore e Father Cannot Yell ispirata ai Velvet, i due brani più significativi, un esordio sperimentale, ma che conservò un attitudine rock, che non fece mai dei Can un gruppo di musica elettronica fine a se stessa; influenze funky, rock e psichedeliche fecero da contrappeso all’elettronica e all’ascendente della musica seriale. Nel 1969 Mooney lasciò la band perché colto da un esaurimento nervoso che gli costò un lungo ricovero in una clinica psichiatrica, fu sostituito da Kenji “Damo” Suzuki, traveller e dropout giapponese conosciuto davanti ad un bar di Monaco. La band si esibì la notte stessa del loro primo incontro con Suzuki alla voce (cantava in inglese ed alcune volte in giapponese), i testi furono improvvisati come buona parte della musica; le prime registrazioni con Suzuki sono nell’lp “Soundtracks” (UA) uscito nel 1970, nel disco anche Mother Sky brano  della colonna sonora del film “Deep End” del regista Jerzy Skolimowsky (in Italia noto come La Ragazza Del Bagno Pubblico), Tango Whiskeyman e Deadlock dal film “Deadlock” di Roland Kick e She Bring The Rain dal cult movie “Bottom” di Thomas Shamoni.

 

TAGO MAGO

cant ago magoParte delle prime registrazioni dei Can con Malcom Mooney alla voce e brani live del primo periodo furono poi pubblicate nelle compilation postume: "Limited & Unlimited Edition" e "Delay" 1968 (in pratica il primo lp mai nato registrato ad inizio 1968). Nel 1971 i nostri registrarono quello che si può considerare il loro capolavoro: “Tago Mago” (UA), il disco fu registrato allo Schlosse Norvenich, castello nei pressi di Colonia dove suonarono anche la loro prima gig, registrata su cassetta con il titolo Prehistoric Future” e fu preceduto da una fase in cui Czukay (bassista, sound engineer e producer) registrava segretamente le jam del gruppo. Questo fu poi utilissimo per migliorare il loro già notevole livello tecnico e qualitativo. Il disco doppio, fu una sorta di ragionata improvvisazione jazz, con lo sviluppo di temi composti in totale libertà, musica ipnotica e iterativa, sballata e quasi scientifica allo stesso tempo: Paperhouse, Mushroom, Oh Yeah, Aumgn, Halleluwah, Peking O, Bring Me Coffe Or Tea, i titoli, 7 brani per 73’ di musica, roba mai sentita, nè prima nè dopo, un delirio di ritmi, suggestioni orientali, suoni e atmosfere ora inquietanti, ora dispensatrici di serenità, un sound che fu un vero passo verso il futuro; nella cd-r celebrativa del 2011 per i 40 anni del disco, tra gli altri, anche il brano, inedito nella versione live: Spoon, 29’ e 55” di pura libertà freak; Tago Mago è un disco che non può mancare in qualsiasi raccolta rock, con tutte le molteplici sfaccettature che hanno caratterizzato questa parola nel corso dei decenni.

 

EGE BAMYASI, FUTURE DAYS, SOON OVER BABALUMA

Poi venne “Ege Bamyasi” (UA), sempre sperimentale e innovativo ma più accessibile di Tago Mago, la track listing dell’album conteneva brani come Soup, Vitamin C e Spoon che finì addirittura nella charts tedesca dell’epoca al n.6 e vendette più di 300.000. copie. L’ispirazione per questi due brani fu fornita da alcune serie TV poliziesche come quella di successo intitolata Das Messer, nell’album anche I’m So Green, in anni recenti riproposta da Beck. Ogni loro concerto fu una specie di rito, un sabba avant-garde, con il vocalismo isterico del non cantante Suzuky, la chitarra filtrata elettronicamente di Karoli e il potente basso di Czukay coadiuvato dal drumming multiforme di Liebezeit, Irmin Schnidt tracciavaCAN Future Days una cometa di suoni con i suoi tapes, i suoi aggeggi elettronici e le sue keyboard. Dopo un free concert alla Sporthalle di Colonia nel febbraio 72, Melody Maker, il prestigioso rock magazine inglese, scrisse: ‘Can are without doubt the most talented and most consistent experimental rock band in Europe, England included’. I Can divennero un classico del circuito universitario europeo, ma rimasero un eccezione, estranei a quel business rock che proprio in quegli anni cominciava a prendere il sopravvento sulla libertà d’espressione. Nel 73 uscì “Future Days”, sempre per la UA, progenitore della musica ambient e più o meno contemporaneo agli esperimenti inglesi di Bob Fripp e Brian Eno; nell’lp i due estremi con la pop song Moonshake (fu anche un 45 gg.) e la lunga suite ambient Bel Air.

 

Dopo Future Days, Damo Suzuki lasciò la band, si sposò e divenne testimone di Geova, un curioso iter esistenziale; nel 1974 fu pubblicato “Soon Over Babaluma” (UA), il vinile proseguì la vena di Future Days, alle voci Czukay e Karoly: brani come Chain Reaction, Dizzy DizzySplash e la ritmata e stranita Come Sta La Luna, songs in levare, capaci di creare un atmosfera particolare e unica, difficile da tradurre con le parole scritte. Nel 1975 firmarono un nuovo contratto con la Harvest/Virgin Records e suonarono a Top Of The
can soon over babalumaPops e all’Old Grey Whistle Test, le trasmissioni rock TV della BBC, le loro performances sono rimaste negli annali, poco dopo rinunciarono ad un tour inglese perché Irmin Schmidt si fratturò una gamba e la tourneè fu cancellata. Da qui in poi una serie di lavori alterni, certamente il momento più creativo della band era in fase calante: "Landed" (1975) influenzato dal glam rock, “Flow Motion” (1976) con l’hit quasi dance I Want More e umori reggae, fu il loro unico successo a 45 gg. fuori dalla Germania, “Saw Delight” (1977) con gli ex Traffic, Reebop alle percussioni e Rosko Gee al basso e con un Holger Czukay dedicato esclusivamente all’elettronica, il disco subì influenze etniche e ebbe il suo momento migliore nella lunga Animal Waves   Quindi "Out Of Reach" del 79, un disco minore con Rosko Gee nelle vesti di cantante e pianista e l’ultimo lp prima dello split della band,"Can", quello con la chiave inglese in copertina. All The Gates Open era l’ottimo brano di apertura, ma il resto del disco non confermò la buona impressione iniziale. Nel frattempo Czukay lasciò il gruppo, fu il canto del cigno dei Can, ognuno andò per la sua strada verso varie produzioni soliste.

 

DAGLI '80 AL TERZO MILLENNIO: THE LOST TAPES

Nel 1986 una prima breve reunion con il cantante Malcom Mooney e nel 1989 “Rite Time” nuovo lavoro per la Mute rec. con la prima line-up del 68, un ritorno ad atmosfere sospese ed intriganti, registrato nel Sud della Francia nel 1986; nel 1991 registrarono alcuni brani per la colonna sonora di “Fino Alla Fine Del Mondo” di Wim Wenders, Michael Karoly morì nel 2001. Czukay fu il più attivo con varie collaborazioni con David Sylvian e suoi progetti solisti e Leibezeit ha suonato con Jah Wooble e Bill Laswell.  Sono stati una delle band europee che hanno lasciato una traccia consistente e hanno influenzato il panorama rock Can-The-Lost-Tapesdegli anni 80 e 90, il post punk, la new wave, i connazionali Kraftwerk, i Roxy Music, certe cose del periodo berlinese di David Bowie, PIL, Joy Division, The Fall, Stone Roses, Primal Scream e altri hanno fortemente subito la loro influenza creativa, John Frusciante dei Red Hot Chilli Peppers ha citato Karoly tra le sue principali influenze chitarristiche. Il loro live show è stato tra i più particolari e meno condizionati dal business, integrato da lights show e da saltimbanchi e giocolieri, una band geniale e unica, con una connotazione aristocratica tipicamente intellettuale e con un sound assolutamente originale e irripetibile. Il 18 giugno 2012  esce per Spoon Records/Mute il triplo cd box  “The Lost Tapes”, curato da Daniel Miller e da Irmin Schmidt in persona: contiene una messe di brani  inediti sia in studio che live, non ci resta che aspettare la sua commercializzazione e buon ascolto.

 

Guido Sfondrini

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