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13 Ottobre 2012

Plutino PLUTINO

2012 - Spacebone Records

previte-scardino-diodatiPrendendo il nome dai piccoli corpi celesti che popolano l'estremità del nostro sistema solare, la nuova formazione di Bobby Previte esordisce per la giovane etichetta discografica di Gianluca Petrella. Scelta tutt'altro che casuale, considerando la recente collaborazione intercorsa tra i due, tanto nella Pan-Atlantic Band quanto in quella che ha portato alla produzione del  visionario "Big Guns" (2008) assieme anche ad Antonello Salis. Previte è indubbiamente tra i batteristi/compositori più prolifici tra quelli appartenenti all'ambiente avant-jazz e i suoi progetti lo vedono da sempre impegnato a fondere generi diversi tra loro all'interno di un'unica salda matrice stilistica. Una personalità poliedrica la sua che, dando una rapida occhiata indietro negli anni, ritroviamo a fianco di nomi quali Tom Waits, John Zorn, John Lurie e Sonny Sharrock.

 

Adesso, avendo catturato nella propria orbita il sassofonista Beppe Scardino (El Gallo Rojo, Orange Room, Dinamitri Jazz Folklore, Mr.Rencore) ed il chitarrista Francesco Diodati (Neko), Previte viene energicamente coadiuvato nel far confluire nella propria musica degli elementi riconducibili principalmente al rock e al jazz, attraverso nove tracce strumentali caratterizzate da un suono corposo e persuasivo. Una musica dall'impatto immediato, dalla struttura semplice ma ricca delle possibilità timbriche offerte dai singoli strumenti. Senza leziosismi, quindi, e a suo modo ipnotiche, le composizioni firmate da Previte si lasciano apprezzare anche e soprattutto per via di alcuni ruvidi interstizi, delle asperità che alimentano la curiosità (la nostra) ad ogni nuovo ascolto e che pongono Plutino lungo una sottile quanto effimera linea di confine, oltre la quale si riconoscono i brulli territori del jazz-core.

 

Emblematici in questo gli eccellenti Rollover e Tranche rappresentano al meglio la fisicità dell'album: il drumming teso, il magnetismo sprigionato dal sax baritono e dal clarinetto basso ed un crudo chitarrismo unito all'essenzialità dell'effettistica producono un effetto gravitazionale che assimila con caratteri minimali frammenti di noise, psichedelia e post-core. Altro ottimo episodio, Default viene collocato in scaletta successivamente a Rollover, bilanciandone l'impeto grazie al suo andamento downtempo ed ai suoi toni, per così dire, malinconici. Senza necessariamente dover proseguire con la trattazione dei singoli brani, tutti di buon livello, si può constatare come Previte abbia aggiunto un importante tassello alla sua ormai ricca discografia, un album che per il sottoscritto è da annoverare tra i migliori dell'anno. E per concludere, l'appuntamento con le date italiane del tour di Plutino è previsto per la seconda metà di novembre. Davvero un buon ascolto.

 

Aldo De Sanctis

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