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1 Aprile 2017 ,

Parquet Courts HUMAN PERFORMANCE

Uscita: 8 Aprile 2016 - Rough Trade Records

Stati Uniti

 

parquet courts Human_Performance_(Front_Cover)Il respiro newyorchese e l’attitudine urbana sono sicuramente i tratti distintivi dei Parquet Courts, con questo “Human Performance” al loro quarto album, preceduto da lavori di successo come “Sunbathing Animal” (2014) ed altri a ragione più sperimentali come lo ieratico “Monastic Living” (2015).

I Parquet Courts hanno assunto con il corso degli anni il ruolo di band di punta di uno specifico indie-rock di provenienza americana. Insieme a Car Seat Headrest (o Nap Eyes), DIIV e Mac De Marco, i Parquet Courts rappresentano il ritorno al suono di fine anni ’80 e inizio ’90. Human Performance, nella fattispecie, è un’opera corposa composta da ben 14 tracce che tentano di ricomporre la storia del rock newyorchese. La band è specializzata in riff angolari e ballate slacker che si rifanno alla tradizione del nord-est statunitense (Pavement e Steven Malkmus su tutti, ma anche Dinosaur Jr, J Mascis e Lou Barlow) e alla scuola sonica che parte dai Velvet Underground (Captive of The Sun, One Man No City, I Was Just Here), passa dai Television (Already Dead, Pathos Praire) e dai Talking Heads (Outside, Dust, Human Performance) per arrivare nel terreno dei Sonic Youth (Paraphrased, Two Dead Cops, Berlin Got Blurry). Parquet Courts  sfoggiano anche riferimenti a  Lou Reed (Steady On My Mind, Keep It Even, It’s Gonna Happen).

 

Parquet_Courts_619x320_1407767861Il loro indie rock antagonista possiede in pari misura energia e intelletto e rifugge i paradigmi del rock’n’roll classico: tutto apprezzabile sicuramente trent’anni fa. Il successo di critica dei Parquet Courts è curioso perchè il loro antagonismo musicale è didascalico ed enciclopedico: rispolverando casa V.U. One Man No City (uno dei pezzi migliori) è una versione narcotica di Run,Run,Run, I Was Just Here una Venus In Furs dei giorni nostri. L’intento è quello di riportare l’indie-rock ad una dimensione primigenia  ma non se ne sperimentano le possibilità. Human Performance è un disco che esaurisce presto le sue carte, giocandosele tra manierismi  eccessivi e richiami impossibili da non cogliere.  

 

Voto: 5.5/10
Ruben Gavilli

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