Migliora leggibilitàStampa
5 Ottobre 2015

Rodolfo Maltese Una chitarra nata libera

2015

maltese                       1947 - 2015

 

E' uscito di scena con la stessa discrezione ed eleganza che ne aveva contrassegnato l'intensa parabola artistica ed umana. Innato talento, sconfinato amore per la musica e profonda umanità. Rodolfo Maltese, chitarra storica del Banco del Mutuo Soccorso, si è spento il 3 Ottobre 2015 al Policlinico Umberto I di Roma, dopo aver lottato a lungo con una spietata malattia. Nato ad Orvieto il 26 febbraio 1947, Rodolfo (o più semplicemente Rudi come amavano chiamarlo gli amici) eredita dal padre l'interesse per la musica classica ed il jazz. Se la chitarra si rivela da subito, e naturalmente, il suo fedele strumento prediletto, è attraverso gli studi al conservatorio di Lucca che prende forma la passione per la tromba.

 

Cover 45 giri Homo SapiensNon ancora ventenne entra a far parte della formazione fiorentina de I Tarli; sotto l'ala protettrice di Herbert Pagani e di Radio Monte Carlo la giovane band, dopo l'incisione di alcuni singoli, cambia il proprio moniker in Homo Sapiens (li ricorderemo per la vittoria di un Sanremo negli anni a seguire) e prende parte a manifestazioni dell'epoca tra cui il Festival Pop di Caracalla a Roma tenutosi nel maggio 1971. Rodolfo Maltese registrò con loro solo due 45 giri: Non è triste/Il sogno di Laura (1971, Ri Fi) e Un'estate fa/Il sogno di Laura (1972, Ri Fi).

Proprio in questo contesto Rodolfo conosce il tastierista Vittorio Nocenzi dal quale riceve l'invito ad entrare a far parte del nascente progetto Banco del Mutuo Soccorso; dopo un iniziale rifiuto, nel 1973 prende il via la sua esperienza con la formazione manifesto del Cover Io sono nato liberomovimento progressive italiano grazie alla partecipazione alla realizzazione del capolavoro “Io sono nato libero”.

 

La raffinata tecnica esecutiva e la flessibilità stilistica di Maltese sposano perfettamente le intense trame delle evoluzioni di Nocenzi e le toccanti interpretazioni di Francesco Di Giacomo divenendo un inequivocabile marchio di fabbrica. E' l'inizio di un connubio indissolubile che si protrarrà per oltre quattro decenni; marcato da memorabili tour e rilevanti opere discografiche. Sarà interrotto solamente dalle tragiche vicissitudini di quest'ultimo periodo (risale al febbraio 2014 la prematura scomparsa di Di Giacomo).

 

Parallelamente alle attività del Banco il chitarrista umbro non disdegna di dedicare spazi importanti a progetti alternativi e collaborazioni di prestigio. In tal senso da ricordare sono le collaborazioni ai lavori “Concerto” di Angelo Branduardi, “E anche se non fosse amoreCover Amorgos - Indacodei Têtes de Bois e “In ogni luogo, in ogni tempo” dei Periferia del Mondo nonché la fondazione degli Indaco (ensemble etno-rock attivo tra il 1997 e il 2006) e Rodolfo Maltesel'iniziativa di matrice fusion battezzata Rodolfo Maltese Group. Il loro album "Il Gabbiano Jonathan"  fu registrato nel 1987, ispirato dal famoso libro "Jonathan Livingston Seagull".

 

E' del 2009 l'ultima sua testimonianza artistica “Alma”, progetto acustico in duo con Massimo Alviti che rivisita classici di Metheny, Salinas, Lennon-Mc Cartney oltre a proporre interessanti composizioni inedite.   [Alessandro Freschi]

 

Guarda ed ascolta Banco Del Mutuo Soccorso - In Concerto - Cio Che Si Vede E'

 

****************************************************************

 

Robustiano 'Roby' Pellegrini (Homo Sapiens) ricorda Rodolfo Maltese - Intervista di Ignazio Gulotta)

 

Roby Pellegrini è stato il tastierista degli Homo Sapiens, band nella quale ha militato Rodolfo Maltese, il chitarrista del Banco prematuramente scomparso in questi giorni. A  lui abbiamo chiesto un ricordo del musicista, ecco il resoconto del nostro incontro.

 

I.Gulotta (Distorsioni): Come è entrato a far parte del vostro gruppo Rodolfo?

folder (1)Roby Pellegrini: A quel tempo ci chiamavamo I Tarli, il nome ci sarà poi cambiato in Homo Sapiens da Enzo Leoni allora direttore artistico della Rifi, casa con cui firmammo il nostro contratto, e stavamo cercando un chitarrista, spargendo la voce nell'ambiente musicale pisano, finché ci fu segnalato il nome di Rodolfo Maltese, che all'epoca viveva a Pisa perché il padre era un paracadutista della Caserma Folgore.

Già alla prima audizione ci rendemmo conto di trovarci davanti a un talento non comune: Rodolfo non sapeva leggere la musica, ma aveva un orecchio straordinario, gli bastava ascoltare un brano per rifarlo, non solo, lo reinterpretava anche in modo personale, così entrò in pianta stabile nei Tarli, il gruppo si esibiva principalmente nei locali della zona e della Versilia.

 

Come avvenne la separazione?

Noi suonavamo spesso in un bel locale di Città di Castello, Il Gattopardo, dove si esibivano molti dei gruppi italiani, fra cui anche il Banco. Lì Vittorio Nocenzi, ascoltandolo, fu colpito dallo stile e dalla tecnica di Rodolfo e iniziarono i primi contatti, che poi giunsero a conclusione durante il Festival Pop di Caracalla nel maggio 1971, dove ci esibimmo anche noi. Per noi non fu certo facile sostituirlo.

 

maltGià con voi aveva iniziato a suonare la tromba?

Aveva davvero la musica nel sangue, sempre alla ricerca di novità e di perfezionamento, così iniziò anche a suonare, sempre da autodidatta, la tromba, con una tale abilità che sembrava l'avesse studiata da tempo e che si esprimerà compiutamente nella sua attività artistica col Banco. Nella musica era estremamente esigente, non tollerava gli sbagli, a volte si arrabbiava con qualcuno di noi che aveva commesso errori, salvo poi scusarsi. Era anche un bravo pittore, si dilettava soprattutto nel ritratto, ne fece uno anche a me che purtroppo è andato perduto.

Ma i suoi interessi erano davvero ampi: gli piaceva la storia antica, e quando veniva a casa mia a mangiare lodava il vino che bevevamo - si trattava di un rosso forte e asprigno della vigna di mio padre - definendolo il vino di Ulisse. Era anche un gran mangiatore, soprattutto di pesce.

 

C'è qualche altro aneddoto o ricordo particolare che hai di lui?

Era un tipo estroso e a volte imprevedibile. Ricordo una sera, eravamo di ritorno da un'audizione in un noto locale della Versilia andata male perché eravamo reduci da una cena abbondantemente innaffiata di vino.

Lungo la strada del ritorno, depressi e scoraggiati per l'insuccesso, fummo fermati dalla polizia, e mentre noi altri cercavamo, invano, di ottenere clemenza, presentandoci come musicisti squattrinati, dall'interno dell'auto si sentirono uscire le note malinconiche di una homo-sapiens-pratotromba che suonava Summertime. Era Rodolfo che si era completamente astratto da quel che stava accadendo, fu un momento molto intenso, che spesso ricordiamo, ma non riuscì a impietosire la forza pubblica.

Rodolfo poi era anche un grande sportivo, teneva moltissimo alla cura del suo corpo, era un eccellente nuotatore; ricordo una volta a Marina di Pisa ci prendemmo un grande spavento, lui si tuffò malgrado il mare fosse molto mosso e ben presto sparì alla nostra vista, riapparve dopo più di un'ora, sano e salvo, a diverse centinaia di metri di distanza. In quegli anni eravamo inseparabili, poi col suo trasferimento a Roma i nostri contatti si sono fatti più sporadici. Quando ne ho avuto la possibilità sono andato ai suoi concerti, l'ultima volta ci siamo sentiti quando gli ho telefonato avendo saputo della sua malattia.

 

Ringraziamo Robi Pellegrini per aver accettato di parlare con noi di questo grande artista e dei suoi primi passi nel mondo della musica.  

 

Official Homo Sapiens

Ascolta Homo Sapiens: Un'estate fa - Il sogno di Laura - Non è triste

 

Alessandro Freschi - Ignazio Gulotta

Video

Inizio pagina