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26 Febbraio 2019 , , ,

Mark Hollis Tormentato, irrequieto genio musicale inglese

2019

mark hollis                           1955 - 2019

 

La musica britannica perde un altro pezzo importante del suo mosaico. All’età di 64 anni muore Mark Hollis, cantante e polistrumentista noto per essere il frontman della band icona degli anni ’80 Talk Talk. La notizia è stata confermata dai suoi ex compagni di band sui vari social, ma ancora sono ignote le cause del decesso. Una scomparsa dolorosa di un personaggio che, pur essendo stato icona del pop anglosassone negli '80 era distante dalle dinamiche del divismo tipico dell’epoca. Una persona schiva, Mark Hollis, protagonista di una carriera breve e fulminante, durata un decennio o poco più. L’epopea dei Talk Talk inizia nel 1981, all’inizio di quell’ondata new romantic e synth pop di cui la band di Hollis si fece portavoce seria e credibile.

 

mark hollisDopo l’esordio con “The Party’s Over” del 1982, il successo planetario arriva due anni dopo, con “It’s My Life” e l’omonimo singolo del 1984, coverizzato anche dai No Doubt di Gwen Stefani. Un’ondata travolgente confermata dall’altro grande successo della band, Such a Shame. La vocazione pop di Hollis era fortemente veicolata dal suo gusto, malinconico e decadente: dopo la comparsata sanremese del 1986 con la bellissima canzone Life’s What You Make It, contemporanea all'uscita dell'album "Colour of Spring", nel 1988 il nuovo lavoro “Spirit of Eden” segna una svolta nella vita e nella carriera artistica del leader dei Talk Talk.

 

Una svolta verso armonie jazzate e suoni in libertà completamente fuori dalle logiche commerciali che comportò una rottura con le major e che portò Hollis nel 1991 a pubblicare con i Talk Talk “Laughing Stock”, uno degli album più controversi negli anni ’90, diventato seminale negli anni successivi per il post-rock tutto, e mark-hollis-1contemporaneo del capolavoro grunge “Nevermind” dei Nirvana. Dopo dieci anni esatti, quindi, finiva così l’avventura dei Talk Talk e per un po’ di Mark Hollis si persero le tracce, esattamente come la sua indole di anti-star imponeva. Nel 1997 l’omonimo, dolente debutto solista, che rimarrà l’ultima gemma della carriera del cantante inglese: un album introverso ed ermetico, esattamente come il suo autore. Un epitaffio (col senno di poi) dall'anima profondamente jazz e blues, che ancor oggi suona vibrante e commovente. Mark Hollis se n’è andato lontano dai riflettori, proprio come la sua anima di artista anticonformista desiderava.

 

P.S.: Per approfondire la saga di Mark Hollis e dei suoi Talk Talk, consultare il profilo "Talk Talk_Mark Hollis: Mutazioni Trascendentali" linkato anche qui in calce

 

Riccardo Resta

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