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24 Giugno 2016

Giacomo Sferlazzo GIOSTRE PER GIOVANI VECCHI

18 aprile 2016 - I Figli di Abele/Afoforo Music Club

Una proposta interessante equamente divisa tra musica e teatro è questo album di Giacomo Sferlazzo, personaggio che definire semplice cantautore sarebbe riduttivo benché la cifra di base sia quella della canzone d’autore.

A questo genere appartengono, infatti, i testi importanti che spiccano sul pur variegato e poliedrico tessuto musicale che li accompagna sotto la guida del recitar cantando del protagonista.

Al teatro appartengono i due siparietti quasi esclusivamente recitati Crisi di mercato che apre l’album con il solo accompagnamento minimal/rumorista di una performance sonora dell’artista Emilia Badalà ben descritta nell’accurato booklet, e Il poeta Benedetto ritratto di un barista poeta fatalista e disincantatamente filosofo.

Testi importanti si diceva: sono infatti molteplici gli argomenti toccati e stigmatizzati dalle parole di Sferlazzo: militarismo, ecologia, profitto economico, ipocrisia dilagante, emigrazione, sfruttamento, e altri mali della società che ci circonda, ma tutto trattato con un’ironia corrosiva e un umorismo amaro che alleggeriscono la pesantezza degli argomenti senza sminuirne l’importanza.

Certo, quando si trattano certi temi in musica in modo ironico e disincantato il pensiero non può non tornare al passato dei Gaber e dei Gaetano le cui personalità sembrano aver lasciato qualche traccia in Giacomo Sferlazzo, anche perché, purtroppo, le cose non sono affatto cambiate dagli anni settanta, periodo al quale, dal punto di vista letterario, sembrano appartenere queste nove canzoni.

 

Musicalmente la proposta è ugualmente interessante: Ciò che divide non son le divise è un leggerissimo reggae che viaggia sottotraccia su un arrangiamento bandistico, A voi è una velenosa invettiva che ricorda vagamente il Io se fossi Dio di Gaberiana memoria, che mette in scena il recitar cantando di Sferlazzo così come la swingante Siamo moderati.

Arrangiamenti pressappoco bandistici che ricordano le giostre del titolo appartengono a Sul carro dei vincitori che pare uscita dal songbook del già citato Rino Gaetano, mentre la bellissima Che smania di vivere ho ha un impianto più classicamente cantautorale.

E nonostante la cifra stilistica complessiva sia quella della “canzone impegnata” il nostro particolare favore è rivolto alla più intimistica e introspettiva Te lo dico piano splendida e strascicata canzone d’amore che ricorda il miglior Piero Ciampi.

Questo bell’album di Giacomo Sferlazzo ha anche ricordato a chi scrive il Vietato ai minori di 18 anni? dei Jumbo, album del 1973 esecrato e censurato all’epoca per le invettive e la virulenza dei testi del cantante Alvaro Fella al quale Sferlazzo sembra vocalmente e “politicamente” imparentato anche se con più ironica raffinatezza letteraria e meno cattiveria. 

 

Maurizio Pupi Bracali

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