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18 Maggio 2012

Afterhours e Teatro degli Orrori, 19 maggio 2012: concerto a L’Aquila


Afterhours e Teatro degli Orrori con il concerto di sabato 19 maggio a L'Aquila, proprio nel centro storico ancora diroccato, tentano di riportare all'attenzione dell'opinione pubblica, quella a loro piu' vicina perlomeno, le condizioni in cui si trovano la città e i suoi abitanti a tre anni dal terremoto. Condizioni ancora lontane dal livello minimo di qualità necessario perche' la vita sociale e quella delle persone siano considerate accettabili, e ciò nonostante  promesse e dichiarazioni ottimistiche (ora diciamo pure ipocrite) rilasciate, nei giorni seguenti il disastroso evento, dai rappresentanti dell'allora Governo  e degli organismi pubblici incaricati di mettere in sicurezza e poi ricostruire le strutture distrutte.
 

L'Aquila, la Zona RossaIl concerto, gratuito per il pubblico e senza impatto economico sulle amministrazioni locali grazie all'impegno dei gruppi, del loro management e dei promoter sul posto, si svolge, a partire dalle 21,30, in piazza Duomo, cioè nel centro storico che, ribattezzato Zona Rossa, subito dopo il sisma diventò oggetto di un severo divieto di accesso. E che in buona parte resta ancora tale, come conseguenza sia dei ritardi nella ricostruzione (e delle relative malversazioni, oggetto di inchieste con tanto di arresti e dimissioni di noti funzionari pubblici) sia dell'intento di trasferire in villaggi satellite al di fuori del nucleo urbano originario, sulla base di un piano governativo, attività e vite prima presenti nelle case e negli edifici del centro storico cittadino. Nelle intenzioni dei promotori, gli Afterhours medesimi, l'esibizione e' finalizzata anche a permettere agli stessi abitanti dell'Aquila, giovani e non, di riappropriarsi per una sera della Zona, simboleggiata appunto dalla piazza, riportando in questo modo nel centro cittadino vita, socialita' e cultura che da anni mancano.
 

Ma non solo, obiettivo dell'iniziativa e' anche fare pressione affinchè sia sbloccata la cifra raccolta con la pubblicazione del singolo Domani, realizzato gratuitamente nel 2009 da oltre 50 musicisti italiani (tra i quali Manuel Agnelli in rappresentanza della band intera): circa un milione di euro, destinato alla ristrutturazione del conservatorio e del teatro, versato su un fondo apposito e invece mai (e senza spiegazioni) utilizzato. I gruppi, gli staff tecnici e il personale che contribuisce alla realizzazione dello spettacolo viene alloggiato nella caserma della Guardia di Finanza, diventata famosa per avere ospitato i lavori del G8 praticamente all'indomani del terremoto, grazie all'improvvisa decisione dell'allora Presidente del Consiglio di spostare a L'Aquila la sede del meeting, fino a quel momento invece programmato sull'isola della Maddalena, in Sardegna.

 

Una scelta di tipo logistico, quella di utilizzare la caserma per musicisti e tecnici, che segna idealmente la rottura dei legami con l'uso fattone allora, in funzione del quale, per ragioni di sicurezza, cosi' come analogamente per la Zona Rossa, fu motivata la sospensione in buona parte della città sia del diritto di circolazione da parte degli aquilani sia, in aggiunta, quella del diritto di cronaca spettante ai giornalisti, venuti a far conoscere il lavoro di chi si stava sacrificando per portare soccorso e a verificare l'operato del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, gravato quest'ultimo invece da pesanti dubbi di legittimità e correttezza democratica (come si evince dal documentario del videoreporter indipendente Alberto Puliafito "Comando e controllo").

 

La presenza di gruppi affermati e con all'attivo recentissime produzioni discografiche dense di significati civili, quali sono Afterhours e Teatro degli Orrori, rende il concerto del 19 maggio nella Zona Rossa dell'Aquila un evento di particolare valore musicale e non solo. L'occasione potrebbe inoltre contribuire a sbloccare situazioni da cui dipende la qualità della vita di molte persone: situazioni delle quali pero' non dovrebbero essere gli operatori musicali a doversi occupare in modo prioritario, quanto invece le autorità pubbliche e gli organismi politici, anche e soprattutto quelli ai massimi livelli. Che invece, passata l'emergenza e calata l'attenzione mediatica, hanno silenzionsamente abbandonato la scena e lasciato a loro stessi la città e i suoi abitanti.

Claudio Decastelli

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