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13 Ottobre 2020 ,

Roger Waters Us +Them (Blue Ray)

2020 - Sony Music

Due anni di concerti dal vivo, grinta da vendere ed un impegno umanitario che con il passare del tempo non viene meno ma, al contrario, si fa sempre più forte contrapponendosi alla deriva disumanizzante che sta colpendo il mondo intero. Roger Waters ha stupito fans e critica tornando prima con “Is This The Life We Really Want?”, suo miglior album in studio da quasi trent'anni – oppure il primo, se vogliamo escludere la discutibile opera “Ça Ira” - poi con lo spettacolare tour “Us + Them”, le cui registrazioni sono finalmente uscite in formato video, CD e LP. In questa recensione abbiamo scelto di parlarvi del film del concerto, registrato nel 2018 ad Amsterdam, la cui regia è affidata a Sean Evans e allo stesso Waters. L'ex bassista dei Pink Floyd conferma ancora una volta la propria magniloquenza e visionarietà, facendo riassaporare a chi – come il sottoscritto – abbia avuto modo di partecipare a quel tour, i brividi e l'impatto visivo di quelle magnifiche esibizioni. “Us + Them” non è una mera riproposizione di classici del repertorio dei Pink Floyd, che pure costituiscono la maggior parte della set-list, ma un'esperienza totale sotto l'aspetto musicale ed umano. Se il concept storico di “The Wall” ed il principale struggimento artistico di Waters è sempre stato il muro dell'incomunicabilità fra l'artista ed il suo pubblico, oggi le cose sono molto cambiate per l'ex bassista dei Pink Floyd. A distanza di oltre trent'anni dalla caduta del muro di Berlino, tanti nuovi muri sono sorti nel mondo dividendo i popoli e aumentando l'odio: Roger Waters, pur riproponendoci con la consueta intensità Another Brick in the Wall, realizza un Concept-Concert in cui le distanze con il pubblico cadono grazie al potere della musica e dei filmati che la accompagnano, offrendo uno sguardo lucido sulla guerra, le migrazioni, le disparità sociali e le tante ingiustizie di un mondo da cambiare. Non è un caso che le immagini di Roger e della sua fantastica band siano spesso alternate a inquadrature del pubblico che canta, si emoziona, si commuove: il messaggio di questo concerto è un invito alla fratellanza e alla ribellione contro l'ottusità e l'ignavia dei governi di quelli che dovrebbero essere i paesi più avanzati del mondo. Non è un caso che oltre ai classici tratti da "The Wall” o agli struggenti brani dell'ultimo album, Waters abbia riproposto nell'allestimento alcuni dei più duri classici tratti da “Animals”: l'album del 1977, purtroppo considerato dai più come un'opera “di mezzo” fra “The Wall” e “Wish You Were Here”, è in realtà una delle opere più impegnate e politiche firmate da Waters e i suoi ex sodali, che hanno in parte ripreso immagini e metafore da “Animal Farm” di Orwell. L'allestimento scenico scelto per i brani di questo disco prevede la ricostruzione dell'imponente ed inquietante centrale elettrica di Battersea proprio sopra la platea: un'immagine potente che evoca tanto l'alienazione del lavoro industriale quanto la simbologia stessa del muro, trattandosi di un edificio storico costruito con solidi mattoni rossi. Un muro da abbattere, sul quale sono proiettati nel corso del concerto i volti e le smorfie di Trump, Bush Jr., Theresa May, Berlusconi... 135' di concerto con una set-list notevole ed un'infinità di emozioni, al quale hanno assistito qualcosa come oltre due milioni di spettatori durante il tour: alla luce di quanto esperito dal vivo, viene da pensare che Roger Waters abbia concepito “Us + Them” fin dall'inizio come un grande film musicale interattivo, in cui artista e pubblico fanno pace, diventando entrambi protagonisti di un capolavoro impossibile da realizzare divisi, stabilendo così un profondo legame mirato ad emozionare ed ispirare una maggiore sensibilità nei confronti di ciò che avviene nel mondo. A distanza di anni dalle esperienze visionarie e concettuali degli anni '60 e '70, l'impressione è che tutti gli ex membri della band siano stati in grado negli ultimi anni di realizzare opere visionarie: Nick Mason con il suo recente omaggio ai primi anni della band e a Syd Barrett, David Gilmour con il suo “colossal pompeiano” e infine Waters, che fra i tre sceglie la via della comunicazione e dell'impegno in maniera sempre originale e avanguardistica. Una bella gara, che speriamo possa proseguire a lungo.

Voto: 8/10
Fabio Rezzola

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