Migliora leggibilitàStampa
24 Maggio 2014 ,

Oneohtrix Point Never + Lorenzo Senni 30 aprile 2014, Roma, Auditorium Parco della Musica


OPN-Still-Life-Lead-Photo-480Il “Meet In Town” è il progetto della Fondazione Musica per Roma, che negli ultimi anni ha portato nella capitale il meglio della musica elettronica contemporanea, tra cui Squarepusher, James Blake, Theo Parrish, Mouse On Mars, Lindstrøm, Machinedrum, Brandt Brauer Frick, Com Truise, apparsi nella straordinaria edizione del 2012. Abbandonata la formula del festival, il Meet In Town continua a produrre eventi di grande fascino come “The Kilowatt Hour” dell’inedito trio composto da David Sylvian, Stephan Mathieu e Christian Fennesz.

 

 

Oneohtrix Point Never apre la stagione del 2014. Il musicista americano (il cui vero nome è Daniel Lopatin) ha conquistato la critica nel 2010 con lo strepitoso “Returnal” (Editions Mego), bissando nel 2011 con l’altrettanto sorprendente “Replica” ed approdando alla Warp nel 2013 con “R Plus Seven”. La serata all’Auditorium inizia puntale alle 21, nello splendido scenario della sala Petrassi, con la performance di Lorenzo Senni, musicista in grado di costruire strutture minimali e quantiche che si sviluppano progressivamente in deformazione e in dilatazione. Dopo la performance del musicista milanese, sale su palco Daniel Lopatin accompagnato dall’artista visuale Nate Boyce. Daniel Lopatin approccia la musica come se fosse uno spazio topologico, all’interno del quale opera alterazioni e deformazioni che trasformano gli oggetti della quotidianità in entità informi in grado di scardinare le certezze della nostra sensorialità. Qualcuno la definisce musica ipnagogica, cioè una musica capace di smontare e riassemblare i puzzle disomogenei e dispersi della nostra memoria all’interno di nuovi spazi. Attraverso apparecchiature e sintetizzatori di vecchia data Daniel Lopatin ama realizzare amalgami sintetici composti da campioni vocali, free-jazz, musique concrète, minimalismo, musica colta. Non si tratta di eseguire semplici operazioni di decostruzione, bensì di realizzare una vera e propria trasformazione del mondo fisico attraverso l’applicazione di algoritmi e leggi topologiche che producono un nuovo spazio di percezione in cui il naturale e l’innaturale sembrano coesistere. Il risultato è completamente ipnotico e destabilizzante. E’ come essere proiettati al di là del mondo fisico, in un territorio in cui la materia non possiede forma, il tempo non possiede direzione, gli oggetti della quotidianità appaiono estranei. Il pubblico mostra di apprezzare e risponde con applausi prolungati. Americans, Inside World, Zebra, Problem Areas, Still Life, Chrome Country e Boring Angel sono alcuni dei brani proposti. Ancora un grande concerto per il “Meet In Town”.

 

Felice Marotta

Video

Inizio pagina