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6 Agosto 2012

Fabio Zuffanti, ‘Hostsonaten’ Show-Case 13 maggio 2012, Vandergraaf Pub (Savona)


hostsonaten-the-rime-of-the-ancient-mariner show-caseLa Liguria, in particolar modo la zona tra le province di Genova e Savona, è una delle ultime indiscusse roccaforti del rock progressivo in Italia, assieme alla provincia di Novara, a quella di Verona e a qualche zona della Toscana (dove si partorivano numerose storiche fanzines cartacee negli anni '90). Ciò, in Liguria, è dovuto, oltre che alle numerose e tutte validissime bands presenti sul territorio, anche all'impegno di un manipolo di vivaci e attivi appassionati come il CSPI (Centro Studi Prog Italiano) di Genova e come Athos Enrile su Savona. Proprio Athos Enrile, il 13 maggio a Savona, ha organizzato uno showcase dedicato a Hostsonaten, uno dei molti progetti del bassista/polistrumentista Fabio Zuffanti (Finisterre, Maschera di Cera, La Zona, solo per citare alcune delle bands in cui è coinvolto). Il più recente capitolo della saga Hostsonaten (che conta già diversi album, tra cui una tetralogia strumentale dedicata alle stagioni), si intitola “The Rime of the Ancient Mariner – Chapter I” ed è proprio una trasposizione in musica del romanzo di Samuel Taylor Coleridge. O almeno di una parte dell'opera, visto che il secondo CD dovrebbe uscire tra un annetto circa.

 

L'evento è stato ospitato dal Vandergraaf Pub di via Mistrangelo, a due passi da quello storico teatro  “Gabriello Chiabrera” che negli ultimi anni ha ospitato nomi del calibro di Steve Hackett, Osanna con David Jackson e Gianni Leone, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, solo per citare alcuni capisaldi del prog italiano ed europeo e per dimostrare come Savona sia attenta al fenomeno. Certo, già un pub che si chiama Vandergraaf solleticherà non poco la curiosità degli appassionati del genere: e in effetti, il nome del suo fondatore e gestore, Fabrizio Cruciani, evocherà molti ricordi a chi ha seguito la scena heavy metal, hard-prog e prog degli anni '80 e '90, dal momento che egli stesso ha militato in bands storiche come i Crossbones, i Knife Edge (addirittura con Joe Vescovi dei Trip!) e i Dreamland. Ma torniamo alla serata showcase: gli spazi contenuti del pub hanno consentito di ospitare un ridotto set acustico costituito, oltre che dal già citato Fabio Zuffanti al basso, da Alessandro Corvaglia, già noto come cantante de La Maschera di Cera, qui nell'insolita veste di tastierista (e di pregevole caratura!) e dal chitarrista acustico Simone Ritorto.

 

hostAthos, in veste di “gran cerimoniere”, ha saputo, come di consueto, con domande precise e puntuali, estrapolare gli aspetti più interessanti del nuovo lavoro zuffantiano e ha dato ampio spazio agli interventi del pubblico (e, ahimè, anche alla tediosa prolissità dell'autore di questo articolo) mentre i musicisti hanno intavolato una sorta di talk-show alternando momenti conversativi a trasposizioni acustiche degli episodi salienti del disco. La presenza in sala di ben tre dei quattro cantanti presenti nel disco, con le loro inequivocabili peculiarità interpretative, è già stata sufficiente a rendere chiara al pubblico la straordinaria varietà stilistica presente in “The Rhyme...”: la voce da Old-School del già citato Alessandro Corvaglia, a cavallo tra Peter Gabriel, Roger Chapman e Bernardo Lanzetti, il timbro epico di cifra chiaramente prog-metal di Marco “Snao” Dogliotti (così come quello del  “Grande Assente” della serata, Davide Merletto), il lirismo delicato e sopranile di Simona Angioloni, ben supportati dai cori e dalle armonie vocali dello stesso Zuffanti e dal tenebroso, teatrale recitativo del narratore Carlo “Cralo” Carnevali, hanno saputo creare nella sala un pathos e un coinvolgimento che nel finale della serata è sfociato in un trascinante momento corale!

 

Anche a basso spento, Zuffanti si è dimostrato un piacevolissimo intrattenitore, di navigata esperienza ma carico dell'entusiasmo di un ragazzino: ha raccontato di come, componendo a tempo pieno per tanti progetti diversi, si possa correre il rischio di essere fagocitati dalla routine e di come invece le note e le melodie del nuovo disco, leggendo il poema di Coleridge, siano sfociate dal cuore quasi magicamente, al punto che, in una serata estiva sul lungomare di Albissola, osservando il tramonto Fabio Zuffanti si è persino ritrovato a commuoversi ripensando a quanto aveva composto! Un'emozione che ha spinto l'autore stesso a etichettare i più intensi momenti di “The Rhyme...” come alcune tra le cose più belle che lui abbia mai scritto. E francamente, sentendo gli assaggi acustici proposti dalla band in questo showcase, c'è da crederlo. Poi Zuffanti ha spiegato che non c'è un progetto che lui ami di più o di meno, o a cui assegni maggiore o minore importanza: sono tutti pari nel suo cuore e ora, chiuso (solo temporaneamente) questo capitolo di Hostsonaten, a fine maggio entrerà in studio di registrazione con La Maschera di Cera per registrare un nuovo album.

 

fabio zuffantiMa poiché “The Rhyme...” non è fatto soltanto dai musicisti e dai cantanti presenti in questa serata savonese e citati in questo articolo, ma ha visto anche la collaborazione di Luca Scherani alle tastiere, Maurizio Tollo alla batteria, Matteo Nahum alle chitarre, Sylvia Trabucco al violino, Joanne Roan al flauto, Edmondo Romano al sax, alla cornamusa, ai fiati etnici e alle percussioni, ovviamente sarebbe un desiderio dell'intera squadra portare l'album dal vivo nella sua interezza. E chissà che, with a little help from Zuffanti's friends, cioè con l'impegno di tutti i prog-fans della Riviera Ligure, non si riesca a trovare una location di alta caratura, come il già citato teatro “Chiabrera” di Savona, la Fortezza del Priamar sempre a Savona, o ancora il palco sul mare della piazza di Ceriale, le grotte di Toirano, la piazza ad anfiteatro di Borgio Verezzi, che consenta di trasformare il tutto in un DVD di livello internazionale.

Alberto Sgarlato

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