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9 Agosto 2013

Blur 28 Luglio 2013, Ippodromo del Galoppo, Milano


blurCi sono vari tipi di esperienze che si possono provare ad un concerto, può essere una full immersion catartica, riflessiva e sognatrice, violenta e devastante oppure anche semplicemente una festa. Ed è quest’ultima quella che è stata per i numerosissimi fans accorsi per la prima delle due dati italiane che segnava il ritorno nel nostro paese, dopo diversi anni, dei Blur, storica band icona del Britpop anni ’90. Il nostro pomeriggio è iniziato subito con una coda lunghissima, sotto un sole martellante, per entrare all’ippodromo, location scelta per il concerto a chiusura della rassegna City Sound. Stranamente, non è previsto alcun gruppo di supporto per cui l’inizio dovrebbe essere alle 21 ma, per fortuna (vista l’attesa nell’ingresso) i nostri non si vedono fino alle 21.30. Il sole è appena calato e l’ippodromo è davvero strapieno all’inverosimile al punto che non riusciamo ad avanzare più di tanto verso il palco ma manteniamo comunque un’ottima  visuale. I nostri arrivano preceduti da una intro strumentale e subito si scatena il delirio sull’inizio giro di Girls and Boys, seguita da Popscene e da una gran versione di There’s no other way e da una Beetlebum con Albarn che imbraccia la chitarra acustica ad accompagnare il ritornello cantato da tutto il pubblico.

 

Come dicevo l’impressione è di essere ad una immensa  festa tra amici più che ad un concerto e così ti ritrovi in un immenso sing along su praticamente tutti i pezzi tranne l’intermezzo semi strumentale di Caramel  seguito però da una Coffee & TV strepitosa con uno del pubblico travestito da Milky, il cartone del latte che si vede nel video di questa canzone (andatevelo a vedere se non lo conoscete… un vero gioiellino), che sale sul palco a ballare tra il divertimento e lo stupore di tutta la band. Il gruppo è in gran spolvero,Blur complice anche una sezione fiati a tre elementi e quattro coristi a dare maggiore profondità al cantato di Damon che stasera non è, per sua stessa ammissione, al top ma l’energia nell’aria è davvero troppa per potersene accorgere. Così canzoni come Country House e Parklife (su cui Damon correndo da una parte all’altra del palco fa un volo incredibile da cui per fortuna, si riprende immediatamente) praticamente vengono cantate dal pubblico sotto la guida della chitarra di Graham Coxon, anche lui in gran forma come il batterista Dave Rowntree  vero motore del sound del gruppo, mentre Albarn riprende il timone su End of the Century  e la bellissima This is a low.

 

Fine del set che ha seguito in fotocopia tutte le scalette degli ultimi concerti fin qui eseguiti dalla band, ad eccezione della bellissima To the end (la miglior canzone per il miglior finale di stagione di una delle più belle serie TV degli ultimi anni, ovvero, “Misfits”) legata a un personalissimo bel ricordo e che Damon annuncia erano in dubbio fino all’ultimo se eseguire o meno. Breve pausa per asciugarsi il sudore (e per fortuna, questa volta le zanzare sembrano averci risparmiato) e si ricomincia con la nuova  Under the Westway eseguita al pianoforte da Albarn seguita da For Tomorrow, una bellissima versione soul diBlur The Universal con Damon che scende tra il pubblico a cantare per arrivare all’apoteosi del pogo dei due minuti di  Song 2 (la canzone più grunge uscita dall’Inghilterra negli anni ’90) in cui scatenare tutte le energie residue per celebrare un ritorno in grande stile per Damon e soci. Il party è finito e sciamiamo stanchi ma davvero felici, è stato un concerto incredibile per energia e divertimento ma anche per romanticismo ed emozioni… insomma un concerto dei Blur!

 

Ubaldo Tarantino
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