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18 Gennaio 2013

Ezio Guaitamacchi ROCK FILES – 500 STORIE CHE HANNO FATTO STORIA

2012

ROCK-FILES-10righeNon deve essere stato difficile, al di là dell’impegno sicuramente profuso nella stesura, per un maestro come Ezio Guaitamacchi, raccogliere e assemblare questi cinquecento gustosi aneddoti riguardanti protagonisti e gregari della storia del rock. In oltre cinquecento pagine scorrono piccole accattivanti storie ognuna delle quali occupa una paginetta o, al massimo, una pagina e mezza. Ogni breve scritto (file)  è corredato da una piccola foto in bianco e nero e al termine di ognuno il titolo di un brano significativo per accostarsi al personaggio o all’argomento trattato conclude l’aneddoto come ascolto consigliato. Suddiviso in sei decenni, dalla nascita del rock’ n’ roll, fino ai giorni nostri, questo corposissimo testo a detta dell’autore “non è un’enciclopedia”, ed infatti non lo è, ma ci si avvicina molto, poiché anche se le vicende trattate sono solo dei “retroscena” e dei “dietro le quinte” la lettura di questo libro conduce a un nucleo unitario da cui si dipartono migliaia (in questo caso solo 500) di ramificazioni come quelle di un albero genealogico della storia del rock.

 

Citando ancora una volta Guaitamacchi una delle facoltà del libro è quella di potersi leggere in modo totalmente arbitrario, cronologicamente dall’inizio alla fine, un file qua e uno là in maniera casuale, o andando a consultare l’indice per andare a leggere, in primis, quanto riguarda i nostri artisti e musicisti preferiti. Io, che sono un lettore verace e vorace, coadiuvato da un leggero stato influenzale che mi ha costretto a casa, ho letto il libro in un solo giorno scegliendo la formula dell’ordine cronologico. Devo dire che per chi, come me, è nato negli stessi giorni in cui nasceva il rock’n’roll e soprattutto segue da sempre le cronache rock, una buona metà dei files erano conosciuti. Ciò non ha tolto piacere alla lettura, anzi, mentre questa procedeva, la curiosità di scoprire se fossero citati l’incendio di Montreaux che ha fatto nascere Smoke on the water dei Deep Purple  o la caduta dalla finestra che ha paralizzato Robert Wyatt, diventava simpaticamente pressante.

 

Ezio GuaitamacchiIn questa ricca e piacevole collezione di piccole storie variegate e composite, alcune di vero e proprio gossip extramusicale (i matrimoni di Paul Simon, il rapporto sessual/sentimentale tra Tommy Lee dei Motley Crue e Pamela Anderson, l’irascibilità di Bjork, il divorzio Michael Jackson/Priscilla Presley, e altro) e altre più rigorosamente musicali (il file su "Hot rats" di Frank Zappa è una vera e propria recensione, o la genesi di Bohemian Rhapsody dei Queen) ho rilevato un paio di refusi e altrettante inesattezze: la citata trilogia degli Yes comprende come primo disco "The Yes Album" e non "Yessongs" che è uno strepitoso live a posteriori come poi giustamente rimarcato più avanti nello stesso file, e non capisco come il film "Il seme della violenza", citato giustamente come veicolo che porterà al successo Rock around the clock di Bill Haley presente nella colonna sonora, possa essere quello che “lancia il mito di James Dean” visto che James Dean non ha niente a che fare con quel film.

 

Come ancora Guaitamacchi afferma gli aneddoti nella storia del rock sono migliaia e pur nella sua agile possenza, ovviamente in questo libro non ci sono tutti. A questo proposito, se mi è consentito, io ne avrei tolto un paio sui Beatles e avrei inserito per esempio Cynthia Plaster Caster la famosa groupie che insieme a Frank Zappa mise a punto l’idea di realizzare i calchi di gesso dei peni delle rockstars, (e questa è storia del rock!) citata tra l’altro in molte canzoni dai Kiss a Jim Croce fino al nostro Caparezza. Capisco poi l’intento di mantenere entro limiti contenuti di battute ogni aneddoto, ma citare Elliot Tiber senza dire che dalla sua esperienza a Woodstock nacque un libro che Tiber stesso scrisse e che poi divenne il recente film "Motel Woodstock" di Ang Lee mi sembra riduttivo, così come non dire che tra le scabrosità di John Phillips dei Mamas and Papas la più eclatante fu il rapporto incestuoso e praticamente di dominio pubblico durato anni con la bellissima figlia felicemente consenziente.

 

frank zappaAvrei poi inserito uno degli aneddoti più famosi e controversi della storia del rock (non me ne voglia Guaitamacchi per questi lievi appunti a fronte di un libro di grande piacevolezza e di interessantissima lettura, ma credo che il gioco lo conosca) quello dello “squaletto” pescato e poi introdotto nella vagina di una groupie in un albergo di Seattle da membri dei Led Zeppelin e dei Vanilla Fudge, vicenda che ispirò il brano The mud shark a Frank Zappa. Un libro, questo, consigliato a tutti ma soprattutto ai giovani che da poco si sono accostati al mondo del rock, per avere una panoramica piuttosto esauriente di quello che era, ed è, il fenomenale movimento di fatti, storie, persone e avvenimenti che hanno costruito l’universo sonoro e di costume legato a una delle musiche più importanti del ‘900. E pervaso dall’invidia per questa pregevole opera che chiunque scrive di musica avrebbe voluto stilare, concludo la disamina di questo compendio che farà passare alcune ore piacevoli a chi lo leggerà, oserei dire insegnando anche qualcosa e facendo scoprire qualche piccolo gustoso segreto sulle nostre rockstar preferite.

 

Rubo il mestiere a Ezio Guaitamacchi inserendo in questo mio modesto scritto un file non presente nel libro ma che avrebbe potuto esserci e che Guaitamacchi conoscerà benissimo. Il già più volte citato Frank Zappa soleva dire che in tutta la sua vita si era fatto un solo spinello che non aveva avuto altro risultato di quello di fargli venire sonno. Contrario per principio ad ogni tipo di droga e ad ogni apologia di essa, accadde che Lowell George a quei tempi membro delle Mothers of Inventions gli facesse ascoltare un brano appena composto. Zappa ascoltò con attenzione quella canzone che parlava di un uomo che trasportava “fumo” dal Messico agli Stati Uniti e al termine, dopo una pausa interminabile, si rivolse a George con queste pacate parole: “Penso che sia arrivato il momento che tu ti faccia un gruppo tutto tuo”. Questo fu il licenziamento di Lowell George da parte del “bacchettone” Frank Zappa, quella canzone divenne la famosissima Willin’ e da quella frase lapidaria nacquero i favolosi Little Feat.

 

Maurizio Pupi Bracali

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