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28 Luglio 2020

Cataldo Dino Meo Amorosa

2020 - Video ALOK, Milano; 81 Pagine.

Di Cataldo Dino Meo, artista multimediale, geniale provocatore nel nome del Conte di Lautréamont, dell’apolide, cittadino del nulla, E.M.Cioran, del folle inventore della “luce tagliente", Michelangelo Merisi da Caravaggio, ci siamo spesso occupati nelle pagine di Distorsioni. Ancora fumigano le rovine di “NIHIL”, con cadaveri di parole squarciate al centro dell’arena di una pagina; stingono nelle balze dell’indicibile in profumi di sacra putredine le rose guaste di “Vandalica”, che già occhieggia con annuncio di devastante e selvaggio onirismo la nuova raccolta di poemi “Amorosa” del sommo Vandalo. Edita per i tipi di Video Alok, Milano, in versione numerata e autografata in trecento esemplari, e corredata dalla splendida coperta che ritrae un’opera del Maestro Agostino Arrivabene, “Profumo Dello Spirito”, questa raccolta di versi brucianti e odorosi di napalm, si focalizza sul tema venefico dell’amore. Un amore “ex lege”, disperato, fuori dall’orbita delle umane miserie e tuttavia tuffato nei più nobili e torbidi abissi dell’inconscio, magico e criminale a un tempo, frutto di incanto e magia ma anche del desiderio di ardere nelle fiamme di un inferno immaginario, e perciò più reale. Già a partire da poesie quali Non Cadrai Mai, l’atmosfera assurge a mistero eleusino: “Con te non temo la volgarità della polvere / ho strappato le ali ai Serafini per farti scendere lieve in questo paradiso di vigliacchi / sepolti nel nulla”, a cioraniana ‘descensio ad inferos’. Un susseguirsi di sensazioni sospese tra la ferocia e il sublime, tra i giardini d’Alhambra dello spirito teso verso l’infinito e la fatale attrazione verso il gorgoglio delle cloache, in cui minimo comun denominatore è il corpo della Donna: astrale, carnalmente dominante, di demone o maga, di divina tentatrice e serpentina lussuria: “Il corpo femminile è la sola, autentica prova che, anche privi di fede, si può assurgere a preghiera”; “Il Corpo Femminile non si discute, nessun astruso groviglio filosofico, esso ci dice chi siamo realmente, costringendoci alla resa per manifesta inferiorità”. Una celebrazione per iniziati all’amore per la Femmina Sacra, testimoniata vieppiù dai versi dedicati a icone della femminilità impresse per sempre nell’immaginario pololare: Marilyn Monroe, Billie Holliday, la sapiente Ipazia, con un omaggio toccante alla poetessa Antonia Pozzi. Un susseguirsi di versi incendiari, di iperboli notturne rischiarate dal fuoco sacro dell’amore che danna ma al tempo stesso redime da una vita altrimenti miserabile, scritto in punta di lama rovente da un poeta capace di cantare tra le rovine della contemporaneità la fine di questo e dell’altro mondo.

Rocco Sapuppo

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