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5 Maggio 2018 ,

Buñuel Furia iconoclasta


BUNUEL_PROMO                          I N T R O

 

Il progetto denominato Buñuel, dal nome del celebre regista spagnolo naturalizzato messicano, nasce da un'idea di Pierpaolo Capovilla (One Dimensional Man, Il Teatro degli Orrori e Franz Valente  (Il Teatro degli Orrori) a cui si unisce Xabier Iriondo, impegnato anche con i Todo Modo, ed il cantante americano Eugene S. Robinsonpoliedrico leader della band losangelina Oxbow. Sono autori di due lavori in studio: il primo “A Resting Place for Strangers” (8 Gennaio 2016, La Tempesta International) è il risultato di una full immersion di tre giorni di registrazioni a cui Robinson aggiungerà le parti cantate dagli studi Monte Vallier di San Francisco. L'album è stato poi missato e masterizzato da Giulio Ragno Favero, già con One Dimensional Man e Il Teatro degli Orrori, nonché produttore di Zu, Zeus!, Appino ed altri artisti della scena indipendente. Il secondo album, "The Easy Way Out"  è uscito il 27 Aprile 2018, sempre su La Tempesta International.  ------  Abbiamo intervistato il batterista Franz Valente.

 

 

L'INTERVISTA

 

Giuseppe Rapisarda (Distorsioni) - Buñuel come Todo Modo, a riprova di come ci sia una linea neanche tanto sottile che collega la musica alla letteratura e alla cinematografia. Se il nome di un progetto ne contiene le coordinate concettuali, quale significato avete attribuito alla scelta di Buñuel? C'è qualcosa del surrealismo del regista spagnolo che vi appartiene?

Sicuramente si, ci appartiene un’ estetica basata sul brutto, sullo sporco, sulle sensazioni violente. Ogni brano percorre questi binari: abbiamo destrutturatobunuel aIMG_8218 la “forma canzone”, i suoni sono sporchi e saturati al limite, la nostra musica è come un treno ad alta velocità che aggredisce tutto quello che trova, andando dritto alla meta.  

                                                                     

(da sinistra a destra nella foto: Franz Valente, Pierpaolo Capovilla, Eugene S. Robinson, Xabier Iriondo) 

 

 

Dall'ascolto di “A Resting Place for Strangers” e “The Easy Way Out” ho percepito una sorta di visceralità e ferocia alle quali non è possibile paragonare nulla di simile nel panorama italiano. A cosa si deve questa attitudine hardcore così naturale, viste le attuali produzioni delle vostre band di provenienza come Il Teatro degli Orrori e Afterhours?

La naturalezza che si percepisce in questi brani deriva dalla loro naturale gestazione: in ogni disco di Buñuel si ritrova una scrittura automatica, una sorta di flusso di coscienza, infatti non ritrovate i personaggi del Teatro degli Orrori o Afterhours, ma le loro ombre staccate che parlano da sole. Questo è il nostro surrealismo.

 


bunuel_the_easy_1440x1440Altra scelta che considero azzeccatissima è quella di completare l'organico con 
Eugene S. Robinson, personaggio che sul palco non passa di certo inosservato e che a tratti assume una teatralità paragonabile a quella di Iggy Pop. Come mai la scelta è caduta proprio sul leader degli Oxbow?

Concordo che sia una scelta azzeccatissima. Per me Eugene rappresenta qualcosa di esotico, grande, misterioso e minaccioso, i suoi testi parlano di amore spinto alla follia, e sul palco è lo “sciamano” portavoce del nostro flusso tra sogno e realtà.

 

Ci parli Franz delle tue dinamiche percussive nei Buñuel?

Provo semplicemente a far urlare la batteria offrendo uno spettacolo ipnotico.

 

Quanta parte c'è della decadenza dei tempi di oggi nella furia iconoclasta di A

Resting Place for Strangers e The Easy Way Out?

É importante che anche in Italia ci possano essere delle azioni artistiche che

permettano di accedere ad una realtà fuori dagli schemi tradizionali. Proprio

per la sua devozione alla tradizione l’Italia si trova in un abisso culturale.

 

BUNUEL_A_RESTING_PLACE_FOR_STRANEGRS-225x225Per il vostro primo lavoro avete registrato i brani in soli tre giorni per poi inviare il materiale negli Stati Uniti dove Robinson ha aggiunto la tracce vocali senza prendere parte alle sessioni. Vorrei sapere qual è stata la gestazione dei brani: avevate già delle idee che poi avete sviluppato insieme al momento di registrare la musica oppure tutto è stato determinato da un'alchimia creatasi durante le sessions?

Come ho detto prima ci siamo generalmente sempre abbandonati al flusso creatosi durante le sessioni. A volte invece, come in The hammer The coffinavevo già in mente un percorso ben definito.

 

Ritengo che i vostri due lavori rispondano al bisogno di un'arte che riesca a

colpire come un pugno nello stomaco e che scuota le coscienze dal torpore. A

questo punto vi chiedo: quale futuro immaginate per il progetto Buñuel?

Il futuro è adesso, nelle date dal vivo che stiamo per fare.  

 
Giuseppe Rapisarda
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