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9 Giugno 2014

#Tele-visioni-The Twilight Zone (Ai confini della realtà) 2014 - RAI 3 - Dal lunedì al venerdì: ore 20:10,


confini della realtàNei periodi di bassa intensità la tv dà a volte il meglio di sé. In questi giorni RAI 3, con scelta molto gradita, replica dal lunedì al venerdì alle 20:10 una delle serie tv più riuscite e importanti mai realizzate: “Ai confini della realtà”, in originale “The twilight zone”. Questa serie andò in onda dal 1959 al 1964, con un remake a colori ma meno riuscito negli anni ’80. Ideatore lo scrittore e produttore Rod Serling, che poco successo ebbe in letteratura ma molto ha fatto per la tv. La serie si muove nell’ambito di quella che in Italia chiamiamo genericamente fantascienza, ma più spesso in America è definita “weird fantasy”, ovvero storie totalmente slegate dal realismo e spesso permeate di grottesco e pittoresco. Serling scrisse la gran parte degli episodi, spesso lasciando la penna a giganti del genere come Matheson e Bradbury o a nomi poco noti ma che fanno battere il cuore ai fan sfegatati, come Henry Kuttner, Henry Slesar, Jerome Bixby. La serie ha un grande fascino, col suo bianco e nero poco contrastato per attenuare l’illusione di realtà e la regia sempre efficace, con inquadrature di taglio espressionista, grandangoli, movimenti di macchina calibrati.

 

Del resto i registi erano ottimi, Don Siegel solo per fare un nome, poi Mitchell Leisen, Robert Stevens, Robert Parrish e altri. Le musiche di grandissimi come Bernard Herrmann e Franz Waxman. Le storie spesso geniali, anche quando riprendevano spunti già usati: vedi l’episodio “Il sarcofago”, ispirato dal film “Viale del tramonto”. Gli episodi erano sempre a lieto fine, anche quando questa era paradossale o implicava unai-confini-della-realta capovolgimento beffardo del punto di vista. In ciò si rispecchiava l’America dell’epoca Kennedy, convinta che il lieto fine fosse implicito nell’ordine delle cose. La perdita dell’innocenza, data prima dalla guerra in Vietnam e poi dall’11 settembre, era ancora lontana. Ai confini della realtà ebbe molti figli legittimi e illegittimi. Il primo fu “The outer limits”, 1963/65, inedita in Italia, più cupa e problematica, scritta da grandissimi scrittori di genere come Harlan Ellison, Clifford D. Simak e lo stesso Matheson. Sul set lavorò come apprendista Gene Roddenberry, l’ideatore di “Star Trek”. Negli anni ’80 Steven Spielberg tenta di ricreare la magia con “Storie incredibili” (“Amazing stories”).

 

Incubo_a_20mila_piediBenché Spielberg si faccia affiancare nella regia dai migliori tra i suoi colleghi, da Clint Eastwood a Tim Burton passando per Martin Scorsese, Joe Dante, Robert Zemeckis, Tobe Hooper e scelga fior di attori, da Harvey Keitel allo sfortunato sex symbol dei miei tempi Patrick Swayze, la serie non ha lo stesso successo, specie in Italia. Ma la porta aperta da Twilight zone è ormai spalancata. Senza Rod Serling, che ci ha insegnato come il fantastico sia dietro l’angolo, non avremmo avuto lo stracult “Twin peaks” di David Lynch, l’horror cospirazionista di “X files”, quello per teen agers di “Buffy l’ammazzavampiri” o “Dark angel” (sottovalutata serie ideata da James Cameron), l’enigmatico “Lost” (eccezionale all’inizio e deludente più che mai nel finale), persino una serie brillante comeVentiDue “Desperate housewives”, con la sua dose di noir e di follia sia espliciti che sottintesi. Per non parlare di serie come “Dexter”, “Breaking bad”, o la straordinaria “Black Mirror”, vera erede della miglior fantascienza sociologica, che grazie al successo da capogiro possono osare il politicamente scorretto come il cinema non sa più. In un’epoca storica in cui sempre più spesso cinema e tv contrabbandano sciatteria, beceraggine e populismo per rispetto del realismo sia ben tornata la tv che ci porta oltre i confini della realtà.  

 

(su gentile concessione di Albenga Corsara it)

Alfredo Sgarlato

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