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4 Febbraio 2018

Black Rebel Motorcycle Club WRONG CREATURES

2018 - Vagrant Records
[Uscita: 12/01/2018]

Stati Uniti    

 

1da9a61241d747bec3dd72d906bbd4c6Rispettando la consueta  alternanza (studio/live/studio) che ha contraddistinto le pubblicazioni che si sono succedute in casa Black Rebel Motorcycle Club nell’ultimo decennio  eccoci alle prese con un nuovo album (“Wrong Creatures”) dei californiani, a sancire la permanenza nell’universo rock dopo vent’anni di attività. Il precedente lavoro in studio, “Specter At The Feast”, risale ormai al 2013: nel lustro seguente, Peter Hayes (voce, chitarra) e soci hanno dovuto fronteggiare malattie (Leah Shapiro, l’affascinante batterista di origine danese - nella foto giù a sinistra - si è dovuta sottoporre a una delicata operazione al cervello, il bassista Robert Levon Been è stato avvolto dalla spirale della depressione) e le bizze del leader.

 

Il risultato delle riflessioni scaturite dagli eventi lo possiamo ascoltare in queste undici tracce che fanno seguito all’intro DFF, una specie di danza tribale. Nick Launay, il BRMC-USE-THISproduttore scelto nell’occasione, sposta decisamente l’asse sonoro verso la madre patria (è inglese, ha lavorato con Arcade Fire, Nick Cave & the Bad Seeds, P.I.L., Killing Joke, Yeah Yeah Yeahs, etc.), con il risultato che l’epicità di alcuni brani rimanda inevitabilmente alle atmosfere care agli U2 (Echo, Calling Them All Away, il singolo Little Thing Gone Wild) o Jesus and Mary Chain (Spook, King Of Bones, Ninth Configuration), ma non mancano canzoni sulle quali aleggia uno spirito psichedelico, tale da renderle le migliori del lotto (Question Of Faith, la lennoniana Circus Bazooko), per tornare poi alle atmosfere degli irlandesi nel loro leah“periodo americano”. L’ascolto del disco risulta anche piacevole, a tratti, ma non ci pare motivazione sufficiente a consigliarlo a cuor leggero, se non ai fan del gruppo o dei modelli di riferimento citati. I Nostri, spiace dirlo, sono sempre stati più una promessa che una realtà: stavolta confermiamo l’impressione, dopo vent’anni di carriera temiamo abbiano già dato tutto ciò che potevano, rivelando un potenziale che rimarrà compiutamente inespresso.   

 

Voto: 6.5/10
Massimo Perolini

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