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11 Giugno 2017

Tanzania Albinism Collective WHITE AFRICAN POWER

2017 - Six Degrees Records
[Uscita: 2/06/2017]

Tanzania     #consigliatodadistorsioni

 

Ian Brennan è un uomo, un produttore e un attivista culturale che merita tutto il nostro rispetto, il lavoro che sta svolgendo in questi anni insieme alla moglie, la fotografa italiana Marilena Delli, per dar voce alla parte più derelitta dell'umanità ha davvero un valore inestimabile. Due anni fa è stata la volta dello straordinario Zomba Prison Project registrato fra i duemila carcerati di una terribile prigione del Malawi, ora invece è la volta dell'isola di Ukerewe, sita all'interno del Lago Vittoria a 4 ore di navigazione, l'isola è uno dei luoghi più isolati del Continente ed è abitata da africani albini, storicamente qui venivano abbandonati dai familiarii i bambini affetti da albinismo. L'isola è stato un modo sia per allontanarli dal resto della comunità, sia per proteggerli dalla violenza che spesso si abbatteva su di loro. L'albino è infatti considerata nell'Africa Occidentale una figura dai poteri magici, per questo la loro situazione è particolarmente drammatica, vivono sempre nella paura e con un senso profondo di emarginazione e rifiuto da parte delle comunità. Può infatti accadere che vengano uccisi perché si ritiene che possedere ossa del loro corpo tolga il malocchio o, addirittura, che violentare una bambina albina guarisca dall'Aids. Come se non bastasse la difficoltà di vivere per chi non possiede melanina in un clima in cui il sole è così acceso, frequenti i casi di cancro della pelle. E' qui, fra gente ostracizzata, considerata sub umana, che non riesce a far sentire le proprie emozioni che Brennan ha dato vita a workshop di scrittura musicale, vivendo per un anno in un centro dell'organizzazione Standing Voice che si occupa della situazione degli albini africani, dando così voce a chi vive nel silenzio e nell'esclusione, insegnandogli a scrivere canzoni e a suonare.

 

Ma aldilà dell'importanza grandissima sul piano sociale e umano il disco ha anche un grande valore musicale, i 23 brani, tutti intorno al minuto di durata, posseggono una straordinaria forza espressiva ed emotiva, canti che parlano di esclusione, sofferenza, dolore, solitudine, ma che lasciano trapelare anche l'orgogliosa rivendicazione del loro diritto a una vita dignitosa, a ribellarsi a una così terribile esclusione sociale, ecco spiegato il titolo dato all'album “African White Power”. La strumentazione estremamente essenziale che accompagna i cantanti, soprattutto percussioni, strumenti a corda tradizionali, consente di apprezzare la forza emotiva e comunicativa delle voci, canti che non lasciano indifferenti e così espressivi da riuscire a comunicare malgrado si esprimano nei dialetti della regione.

Magnifiche in particolare le voci femminili, dolcissime e amare nei loro commoventi canti di dolore, ma non mancano momenti di rabbia, come We Live In Danger contrassegnato da percussioni dure e metalliche di grande forza, e canti corali dal forte impatto, dei gospel tribal che alti si innalzano verso chi ascolta. Ma ci sono canzoni che potremmo definire più strutturate, tanzfotocome la melodiosa e ipnotica Never Forget The Killings, o la conclusiva Happiness, una sorta di medley in cui si alterna un canto femminile, e dopo un lungo silenzio, l'apparizione di una chitarra elettrica in stile Africa Orientale a ricordarci che c'è sempre una speranza da coltivare anche per gli ultimi. Un disco che merita tutta la nostra attenzione, carico di umanità e partecipazione, coinvolgente e musicalmente pregevole, un altro progetto di altissimo spessore a firma Ian Brennan. Anche per gli albini della Tanzania c'è così la possiilità, attraverso la musica, di non essere uccisi dal silenzio, e dopo il disco in questione, il Tanzania Albinism Collective si esibirà al prossimo Womad a fine luglio a Charlton Park, un'altra occasione per farsi conoscere e apprezzare. 

 

Voto: 9/10
Ignazio Gulotta

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