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19 Marzo 2013 ,

Thalia Zedek Band VIA

2013 - Thrill Jockey
[Uscita: 19/03/2013]

Thalia Zedek Band VIAEra il 1999 quando, dopo quattro memorabili album, i Come, fortunato sodalizio fra la Zedek e l’ex Codeine Chris Brokaw, si sono separati portando a conclusione il cammino di una delle band più importanti dell’indie americano, per chi non lo avesse la Matador ha annunciato per maggio la ristampa del loro favoloso album d’esordio "Eleven Eleven". Ma per fortuna la carriera di Thalia Zedek da solista ha continuato a regalarci meravigliose perle musicali fra vaga malinconia, rabbia grintosa, amarezza e bagliori di speranza, è questa l’atmosfera  che pervade la sua musica e innerva la sua voce androgina che sa di nicotina e alcool consumato in male illuminati bar di periferia. A dire il vero era da “Liars And Prayers” del 2008 che la bostoniana non pubblicava dischi e se ne sentiva moltissimo la mancanza, la sua è una delle personalità più oneste e vere della scena indie: di recente ha fatto outing sulla sua omosessualità, dalle sue ballate trasudano vita vissuta, emozioni e sentimenti sinceri, umanità.

 

La sua musica gronda sudore, fumo, strade notturne, alcool, banconi da bar per anime solitarie, la sua è un’anima profondamente blues che musicalmente vaga tra alt. country, post punk, slowcore con spirito libero e indipendente. L’incedere lento della chitarra che talvolta si infiamma in distorsioni che accentuano cupezza e dolore secondo lo stile dei Come, il violino di David Michael Curry che immalinconisce dolcemente le atmosfere, il piano dolce e discreto di Mel Lederman, il basso e la batteria che danno vigore ed energia alle canzoni sono l’accompagnamento ideale per il canto corrosivo ed espressionista della Zedek.  Il disco prosegue il viaggio della  musicista verso un cantautorato indie che se la allontana dalle asprezze e dalla rabbia dell’inizio carriera, la avvicina sempre più nella struttura ampia, dilatata delle sue ballate ad un autore come Neil Young, mantenendo al contempo la forza e l’aggressività di derivazione Patty Smith. A questo punto dovrei parlarvi delle nove tracce dell’album, posso solo dirvi che sono davvero una più bella e avvolgente dell’altra, la più bella è sempre l’ultima che hai ascoltato e hai voglia di risentirla immediatamente.

 

taliaOgni nota del piano o del violino, ogni distorsione o riff della chitarra, ogni colpo di tamburo o giro di basso penetrano nel nostro cuore e lo stringono nella morsa di sentimenti che oscillano dalla malinconia alla rabbia, si incistano indelebilmente dentro l’anima con la forza corrosiva e aspra del canto della Zedek, che anche in questa sua avventura solista da songwriter non dimentica il suo passato da punk battagliera. Quelle di Thalia Zedek sono canzoni che ci parlano di amori perduti che lasciano indelebili tracce, di impossibili rimpianti: «lasciare intatto il passato, e iniziare tutto di nuovo, proprio come non finisse mai» (Get Away); amori che finiscono senza troppi rimpianti «dopo tutti questi anni mi sarei aspettato qualche lacrima» (He Said); momenti di debolezza e forza d’animo si alternano a richieste d’aiuto, mostrandoci una personalità sfaccettata e combattuta: « E’ ancora la tua schiena dritta e forte, sei ancora giovane?» (Straight and Strong); la solitudine:«Avete notato quando sei tutto solo come tutto sembra così irreale» (Lucky One). Ci sono voluti cinque anni, ma infine Thalia Zedek è tornata e ci regala un album di grande impatto e fascino, di certo uno dei dischi imperdibili di questo 2013.

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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