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26 Marzo 2012

Napalm Death UTILITARIAN

2012 - Century Media
[Uscita: 28/02/2012]

Con “Utilitarian”  i Napalm Death dimostrano ancora una volta la loro grandezza , il loro meritatissimo ruolo di capiscuola e di band simbolo di un genere. Il disco è una schiacciasassi che tira dritta per la propria strada, senza sbavature: la musica è estrema, così oggi come agli esordi, come se il tempo non fosse passato. I Napalm Death sono uno dei pochi gruppi (metal e non solo) che riesce a descrivere e cantare il mondo moderno così com’è, in tutta la sua brutalità, cattiveria e spietatezza. Le loro canzoni colgono il marcio di una società in cui, ieri come oggi, il debole è destinato a soccombere. Una sola scheggia sonora della band trasuda una passione “impegnata” e – nel senso buono del termine – “politica” mille volte più efficace di qualsiasi altra band che scriva canzoni legate al mondo contingente, o con qualche pretesa engagé. L’autenticità dell’impegno dei Napalm Death sta nella loro stessa musica: è priva di qualsiasi compromesso (come la loro posizione politica), non è fatta per compiacere il pubblico, semmai per provocarlo e spingerlo alla rivolta (anche solo di pensiero).

 

I Napalm Death non sono rassicuranti, il loro impegno non è come quello di un qualsiasi intellettualoide che si riempie la bocca di idee radicali da dietro una cattedra così da sentirsi con la coscienza a posto. Tutto il contrario: i Napalm Death incarnano essi stessi, con la loro musica, il radicalismo che rappresentano; fondendo ethos e pathos riconoscono la supremazia dell’etica sulla politica. Provate ad ascoltare, dietro il growl, il testo di una canzone come Fall on their sword, quando dice ‘But we’re armed with an ethic, so to speak’. Nella migliore tradizione hardcore la band scende per strada e ne racconta il caos: il loro progetto va oltre le pretese realistiche, perché partecipa della realtà in maniera attiva. E la realtà, specie in questi anni, è molto ben più brutale di un pezzo della band di Birmingham. I microframmenti di matrice hardcore degli esordi hanno lasciato lo spazio (ormai da un pò) ad una forma canzone più complessa ed articolata, ma la furia grind rimane immutata; e pure quando l’anima hardcore è avvolta da momenti più maestosi e magniloquenti, che sembrano far scemare l’immediatezza di quei riff assassini, la musica non ne risente e l’impatto sonoro ha lo stesso effetto di un pugno ben assestato sul grugno.

 

I Napalm Death hanno inventato un genere (o, se proprio non lo hanno inventato, lo hanno portato a vertici di ispirazione non facilmente raggiungibili), e nonostante l’affollamento di gruppi che ne seguono il dettato estetico e musicale, restano comunque i più grandi, i più cattivi e i più consapevoli di quello che fanno: “Utilitarian” ne è l’ultima prova. Il loro non è semplice heavy metal (e la presenza sul disco di un brevissimo cameo del “vecchio amico” John Zorn è solo l’ultima riprova del rispetto di cui gode la band anche al di fuori del circuito metal), la loro è la versione musicale di una precisa visione del mondo che coglie in maniera esemplare lo spirito dei nostri tempi.

Luca Verrelli

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