Angelo De Augustine Toil And Trouble

Entrare nel mondo di Angelo De Augustine è facile come girare la chiave che attiva il meccanismo di un carillon. L’affinità elettiva con Sufjan Stevens costituisce un legame artistico di sensibilità che si intreccia attorno ad un’unica visione magico – favolistica della vita; in questo modo si disinnesca il passato dal suo carico di nostalgia e se ne inverte la polarità dell’energia. La musica di Augustine è mossa dalle stesse regole, ovvero quelle di un gioco delicato fatto di equilibri che si reggono più su una ideale parte mancante, piuttosto che su solide e pretenziose sovrastrutture. La scrittura del nuovo “Toil And Trouble”, pubblicato sempre per la label di Sufjan Stevens Asthmatic Kitty, quattro anni dopo “Tomb” si mostra sempre più a fuoco, ponendosi all’interno della conquista di una dimensione assolutamente personale di ricerca e soluzioni minimali ma ricche di microscopiche tessiture. In questo nuovo capitolo De Augustine ha scritto i brani, li ha arrangiati e suonati quasi interamente da solo, dando vita ad un risultato di grande profondità. Le nuove dodici canzoni corrono lungo i binari che separano la realtà dall’immaginazione, forse per ricercare una sorta di autotutela emotiva e rappresentare il senso poetico del presente e delle sue crepe. Così come per il precedente “A Beginner’s Mind”, scritto insieme a Stevens, il coloratissimo artwork è stato curato dal disegnatore ghanese Daniel Anum Jasper e costituisce la controparte di un apparato figurativo che richiama illustrazioni di favole antiche ed ingenue. Troviamo simboli di un esoterismo fantastico, un enorme pentolone ribollente di pozioni destinate ad incantesimi degni del Mago di Oz, alambicchi ed un compendio di creature straordinarie. La voce di De Augustine è sempre sussurrata e ripiegata in una sfera interiore all’interno della quale, come in uno scrigno, trovare scorci di mondi da condividere, oppure ritagli di tessuto di diversi colori da cucire in un’unica grande coperta. Tuttavia, la consistenza eterea della musica fa da contraltare alle tematiche dei testi, come nell’opener Home Town ispirata ai tragici fatti di cronaca avvenuti nel 2018 a Thousand Oaks, città natale di De Augustine, quando un marine entrò in un bar sparando all'impazzata ed uccidendo tredici persone prima di suicidarsi. Oppure ancora lo strano racconto di ipnosi e varie esperienze con gli UFO in The Ballad Of Betty And Barney Hill. Tutto sembra un unico flusso di racconti dell’ordinarietà, però con una fine tristemente già scritta.  In The Painter Angelo canta: «Like the painter, I sign my name / Where I want it to be found / But you already know / How the story ends now». Another Universe è così bella nella sua foggia di pop sfavillante alla Elliott Smith (confronto ancora più evidente nella splendida Song Of The Siren), con una apertura alla speranza ipotetica, perché se solo le menti fossero aperte non ci sarebbero più ferite da curare. Toccante è poi Naked Blade con il suo arpeggio attorno a cui si stratifica lentamente tutto un mondo in miniatura di sfumature e sospensioni di note. “Toil And Trouble” ci annuncia che le favole esistono come mezzo per riuscire a scoprire la poesia nelle imperfezioni delle esistenze comuni. Oltre le righe della fatica e dei problemi cui ciascuno è sottoposto non c'è un semplice resoconto, ma la vita in carne ed ossa.