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17 Agosto 2015

Pavement THE SECRET HISTORY VOL. 1

2015 - Matador Records - 2LP
[Uscita: 11/08/2015]

Stati Uniti  #consigliatodadistorsioni    

 

pavement_secretcoverPavement, nel corso degli anni ’90, sono stati una valida alternativa per chi non cedeva ai diktat di MTV, che imponevano nu metal e gangsta rap. Per la loro miscela di melodia e rumore si parlò di rock “slacker”, ovvero pelandrone. Eppure furono un gruppo prolifico, cinque albums, di cui almeno i primi tre ottimi, e molto materiale inedito o raro che spesso spunta dagli archivi. Come questa raccolta, che comprende ben trenta canzoni eppure riprende solo il periodo relativo al primo disco “Slanted and enchanted” (1992) ed è soltanto la prima di una serie di cinque. Abbiamo classici del gruppo e altro materiale, soprattutto lati b o rarità come So Stark (You’re A Skyscraper)e Sue Me jack, tratte da un’edizione giapponese. Here, per esempio, la canzone simbolo del gruppo, è ripresa due volte, come versione alternativa con un missaggio differente, e registrata dal vivo al programma mitico di John Peel, da cui provengono otto tracce, mentre ben tredici sono tratte da un concerto a Brixton. Il disco ci permette di comprendere come si è evoluta la musica di Stephen Malkmus e compagni dagli inizi in poi. Sue me jack, dal ritmo da film noir, è acida, violenta, urlata, siamo ancora lontani dallo stile indolente che caratterizzerà la band, l’influenza di Pixies e Sonic Youth appare ancora fortissima, così come Baptiss Blacktick

 

pavementLa sconclusionata Mercy Snack: The Laundromat è degna dei primi Pere Ubu, ma senza il loro nichilismo. Molto più pop Nothing ever happens, in cui fa capolino una tastierino acida. Greenlander è una ballata, ma le chitarre sono sempre taglienti e i ritmi sghembi. Per la parte la live è stata scelta una data in Inghilterra, per omaggiare la dichiarata passione dei Pavement verso Echo and the Bunnymen. Conduit for sale, per esempio, tratta da Slanted and enchanted potrebbe benissimo essere un outttake da “Crocodiles”. La registrazione ovviamente non è da dieci e lode, ma non è certo da una band che dell’ “alternative” è stata la bandiera che ci si possa aspettare un’incisione da fighetti new age. La dimensione live ben si addice al gruppo americano, pavement1sono in gran parte brani brevi, punk nell’attitudine, la batteria spesso sembra una raffica di mitra, la voce di Malkmus declama stentorea e urla. Nei riff di chitarra l’amore per Joey Santiago dei Pixies è ben presente. Dai lavori successivi i Pavement appariranno più maturi e personali sul lato compositivo, diventando così un pilastro dall’underground a stelle e strisce, ma già qui troviamo un gruppo degno di nota. Un disco che non ci proponiamo di consigliare solo ai completisti, data la grande presenza di rarità, ma  a tutti i fans del gruppo come a chi ancora non conoscesse i Pavement. 

 

Voto: 7.5/10
Alfredo Sgarlato

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